L’Internet delle cose e l’Internet delle scatole

E il suo effetto sul settore food

18 Febbraio 2021

Forse è la prima volta che sentite parlare di IoP (per esteso, Internet of Packaging), ma di sicuro ne avete sperimentato l’utilizzo. L’espressione ricalca la più nota Internet of Things. Secondo la definizione di Magic Add indica una rete di imballaggi unici che comunicano con il mondo esterno tramite scanner e dispositivi mobili.

Grazie all’IoP, ciascun prodotto assume un’identità tracciabile, che viene registrata e aggiornata in-cloud durante tutto il suo ciclo di vita. Abbiamo visto come l’utilizzo del packaging intelligente sia utile per migliorare la customer experience, ma anche per ottimizzare le operazioni di logistica e spedizione.

Imballaggi unici e interconnessi, in grado di comunicare con il mondo tramite scanner e dispositivi mobili

L’industria alimentare è uno dei settori che trae maggior vantaggio dall’integrazione di queste tecnologie all’interno delle proprie confezioni. In un articolo pubblicato su Packaging Digest, Claire Sand spiega come l’utilizzo dell’IoP risulti promettente soprattutto perché permette di intervenire sulla sicurezza alimentare dei prodotti.

come l'IoP migliora la value chain del packaging alimentare
L’articolo di Sand su Packaging Digest illustra come l’IoP migliora la catena del valore del packaging alimentare

Gli smart packaging, infatti, sono in grado di processare informazioni complesse riguardanti la qualità, il gusto, l’odore, la tossicità e la freschezza di un alimento. Ciò è reso possibile da sensori che monitorano i livelli di ossigeno, solfuro di idrogeno e altre componenti assicurandosi che non superino la soglia “critica”.

Una delle innovazioni più significative riguarda la capacità dell’IoP di determinare la fine della shelf-life di un prodotto ed estenderne la conservazione. Qualche tempo fa avevamo raccontato il caso Venchi: con il progetto Shelf Life, l’azienda sfrutta le nanotecnologie per prolungare la vita commerciale dei suoi cioccolatini, senza intaccare l’estetica delle confezioni.

L’Internet of Packaging permette di determinare la fine della shelf life ed estenderne la conservazione

Il blog M_use raccoglie casi eminenti in cui la blockchain è stata utilizzata per sviluppare un sistema di filiera più efficiente, trasparente e sicuro. Walmart è stato tra i primi a monitorare “from farm to fork” (dalla fattoria alla forchetta) i suoi prodotti.

Nel 2017, Carrefour ha avviato un programma sviluppato da IBM per rendere trasparente la tracciabilità degli alimenti a marchio Filiera Qualità Carrefour. L’obiettivo per il 2022 è estendere il network a tutti i propri prodotti.

programma blockchain Carrefour
Il logo del progetto blockchain di Carrefour volto a creare una filiera più sicura e trasparente.

Nel 2018 Almond ha lanciato il suo primo prodotto verificato tramite blockchain: l’acqua frizzante FACT contenente un codice QR, nascosto sotto l’anello della lattina. Scansionandolo, si accede all’app di Almond, ottenendo la tracciabilità completa sul prodotto e sulla sua impronta di carbonio e sbloccando anche premi in denaro.

acqua frizzante FACT di Almond
La lattina di acqua frizzante FACT di Almond

Oltre a contribuire alla riduzione degli sprechi alimentari, l’implementazione dell’IoP serve a segnalare i casi in cui la salute dei consumatori è messa a rischio.

La blockchain permette di tracciare la provenienza di un alimento in pochi secondi: la rapidità di intervento contribuirebbe quindi a aumentare la fiducia dei consumatori nei confronti del marchio e, in generale, della Grande Distribuzione Organizzata.

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