Blockchain e QR code: il nostro cibo è sempre più sicuro
Il viaggio degli alimenti è sempre più facile da tracciare. Come dimostrano IBM e Carrefour
9 Ottobre 2019
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La cosiddetta digital disruption, l’avvento simultaneo di un’ampia serie di tecnologie digitali, sta cambiando per sempre la logica della distribuzione commerciale. Al centro ci sono i “big data”: se ne producono sempre di più e richiedono sistemi in grado di gestirli, anche nel settore alimentare, dove i consumatori esigono sempre più chiarezza sulla provenienza dei cibi. I prossimi anni, probabilmente, faranno segnare una rivoluzione nella tracciabilità degli alimenti. Se prima erano necessari giorni, o addirittura settimane, per risalire alla provenienza dei cibi venduti sugli scaffali, da qui in avanti potrebbero volerci solo pochi secondi. Un’accelerazione dovuta a blockchain, la tecnologia divenuta celebre per le criptovalute come bitcoin, e alla sua introduzione nel settore della distribuzione.
A lungo si è parlato di blockchain solo nei blog di informatica, ma negli ultimi tempi l’argomento è finito sulla bocca di tutti, complici le applicazioni pratiche e innovative delle aziende. In sostanza la blockchain permette a due “blocchi” di eseguire operazioni sicure e trasparenti senza il bisogno di una certificazione e di un database centrale. Inoltre le operazioni tra i blocchi sono crittografate, quindi ancora più attendibili.
Il sistema applicato alla filiera può registrare le informazioni sulla tracciabilità degli alimenti in modo veloce e immutabile. I consumatori possono controllare tutti i passaggi compiuti da un determinato prodotto tramite semplice QR code e un sito web. Ma le applicazioni sono molte altre: le indagini sui cibi contaminati possono essere svolte in modo più veloce, ad esempio. E qualsiasi operatore è in grado di ricevere, in qualsiasi momento, informazioni sull’origine di qualsiasi alimento.
La blockchain permette a due “blocchi” di eseguire operazioni sicure senza il bisogno di una certificazione e di un database centrale.
Per alcune aziende ed organizzazioni, queste innovazioni sono già realtà. IBM ha avviato a livello globale il Food Trust Blockchain Network, un programma per sviluppare un sistema di filiera alimentare più efficiente, trasparente e sicuro. Tutti i lavoratori dell’industria possono tracciare i prodotti praticamente in tempo reale, con l’obiettivo di proporre, sulla lunga distanza, alimenti più sicuri a costi inferiori. Nei 18 mesi di test sono stati monitorati milioni di prodotti, e ora il network di IBM è pronto a essere messo in campo dai giganti della grande distribuzione come Carrefour.
Il logo del progetto blockchain di Carrefour
IBM ha avviato il Food Trust Blockchain Network, un programma per sviluppare un sistema di filiera più efficiente, trasparente e sicuro.
La catena francese di supermercati ha fatto debuttare la blockchain anche in Italia: dall’autunno scorso è disponibile il pollo “Filiera Qualità Carrefour Italia”, il primo prodotto ad essere tracciato con questa tecnologia. Nei prossimi mesi Carrefour applicherà la blockchain ad altre filiere (arance e limoni, latte, uova, formaggio, pomodori, carni) ed entro il 2022 la tecnologia IBM sarà attiva su tutti i prodotti a marchio Carrefour.
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