Il laboratorio della stampa digitale: le label

È il settore in cui maggiormente si sperimentano le nuove tecnologie di stampa, per alcuni motivi

29 Maggio 2019

Federico D’Annunzio, responsabile stampa per l’azienda svizzera Bobst, ha raccontato al magazine francese Graphiline le recenti innovazioni nel mondo delle label. Quello della produzione di etichette commerciali è un settore al centro di profonde trasformazioni, legate principalmente alle innovazioni tecnologiche e all’avvento della nuova generazione di stampanti digitali. Si tratta di un mercato in costante e poderosa crescita: il suo valore è stimato in 37 miliardi di dollari, si prevede che raggiungerà 45 miliardi entro il 2022. 

Un mercato in costante crescita: si prevede che raggiungerà 45 miliardi entro il 2022. 

Secondo D’Annunzio l’espansione è dovuta al fatto che molte aziende hanno deciso di sperimentare contemporaneamente nuovi metodi di stampa e conversione. L’accelerazione ha portato ad una continua diversificazione di tipologie e formati delle etichette. Il settore dell’etichettatura è stato uno dei primi ad adottare la stampa digitale, a causa di tirature più brevi e modalità più semplici di personalizzazione.
Il digitale rappresenta una svolta completa del comparto non solo dal punto di vista del prodotto finito, ma della gestione del lavoro. Software dedicati gestiscono autonomamente una parte sempre più ampia dei processi, una rivoluzione che cambia l’organizzazione e la logistica dei centri di produzione.

Le nuove possibilità modificano inoltre il flusso di lavoro tra convertitori, stampanti e proprietari di marchi, perché richiedono una collaborazione completamente digitale lungo tutta la catena di produzione. 

Il settore è stato uno dei primi ad adottare la stampa digitale, a causa di tirature più brevi e modalità più semplici di personalizzazione.

Federico D’Annunzio, responsabile Bobst-Mouvent stampa ibrida per etichette e imballaggi

D’Annunzio ha inoltre spiegato che non crede che la svolta digitale sancirà la scomparsa delle stampanti tradizionali. La stampa analogica resta ideale per le tirature medie e lunghe, e continuerà ad essere una parte importante della produzione globale. La prospettiva è di una graduale integrazione tra vecchi e nuovi strumenti. I marchi oggi richiedono tirature diverse nel corso di una stessa stagione: quelle “premium” – per le quali sono necessarie finiture speciali – o altre produzioni in cui è fondamentale la rapidità di esecuzione, per supportare iniziative di marketing legate a momenti speciali.  

La prospettiva è di una graduale integrazione tra vecchi e nuovi strumenti.

Così se da una parte ci si affida all’analogico per le tirature maggiori, cresce contemporaneamente nelle aziende la domanda di flessibilità e velocità, spingendo i produttori a digitalizzare i lavori di stampa. Per D’Annunzio si tratta di un’evoluzione che porterà ad una migliore efficienza della produzione, oltre che ad una profonda trasformazione delle figure coinvolte. Gli stampatori dovranno essere in grado di spostarsi rapidamente da una tecnica all’altra, per soddisfare richieste in continua trasformazione. 

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