I packaging dell’antico Egitto
Scatole di legno, cesti di papiro e anfore di terracotta. Impressionano ancora oggi per la loro funzionalità e per la grande attenzione ai dettagli.
Come i professionisti del packaging ben sanno, una volta stampato un imballaggio, si passa alle fasi di finitura.
Per finishing si intendono tutte le lavorazioni post-stampa che servono a dare una “forma” al packaging (taglio, cordonatura, foratura, dentellatura, per citarne alcune), a renderlo più appetibile da un punto di vista estetico (nobilitazioni) o anche semplicemente a proteggerlo (plastificazione).
Per finishing si intende l’insieme delle lavorazioni post-stampa che servono a dare una forma al pack, renderlo più appetibile esteticamente o proteggerlo
Abbiamo già parlato delle evoluzioni tecnologiche nell’ambito del taglio, grazie soprattutto all’introduzione del laser. Oggi parliamo più nello specifico di nobilitazioni, anche note come embellishment, proprio perché hanno il compito di “abbellire” gli stampati.
Verniciature, laminazione a caldo o a freddo, goffratura, sono solo alcune delle tecniche (ottenute con soluzioni tradizionali o digitali) che permettono di dare valore aggiunto agli imballaggi, trasformando l’acquisto dei prodotti in un’esperienza multisensoriale.
Verniciature, laminazione a caldo o a freddo, plastificazione sono solo alcune delle tecniche di nobilitazione che permettono di dare valore aggiunto agli imballaggi
Una delle più note e utilizzate è la laminazione a caldo (hot foil) che consiste nel trasferire lamine metalliche (foil) su alcune porzioni specifiche dello stampato. A seconda del tipo di foil scelto si possono ottenere diverse finiture: metallizzate (oro, argento), lucide, opache, texturizzate.
La tecnica tradizionale prevede la creazione di un cliché (matrice) fatto di metallo, su cui sono incise le parti da mettere in rilievo. Una volta riscaldata, la matrice metallica viene messa a contatto con il foil, trasportato per mezzo di un nastro. Il cliché viene quindi impresso sul supporto e il foil si deposita in corrispondenza delle porzioni desiderate.
Le tecnologie di stampa a caldo digitale non prevedono il trasferimento del foil tramite cliché, ma utilizzano toner riscaldati e lamine specificatamente pensate per la nobilitazione digitale.
Da qualche anno è stata messa a punto anche la tecnica di laminazione a freddo, anche detta cold foil. Funziona così: la lamina metallica viene incollata al supporto tramite una colla specifica e trasferita in maniera permanente tramite stampa flessografica.
La plastificazione, come abbiamo detto, ha una funzione soprattutto protettiva. Oggi, però, le aziende la utilizzano sempre più spesso per impreziosire la superficie di scatole ed etichette.
L’effetto si ottiene per mezzo di macchine dette plastificatrici, che permettono di accoppiare carta e cartone (stampati e non) con film di materiali plastici. Ne esistono ormai di ogni tipo: lucide o opache, metallizzate, olografiche, antigraffio, soft touch (che rendono la superficie morbida al tatto).
Il rilievo può essere di due tipi: embossing, che crea un effetto spessorato e tridimensionale sulla superficie; debossing, che crea un effetto scavato, una specie di solco. In passato, l’effetto rilievo si poteva ottenere solo tramite tecniche di stampa serigrafica, ma oggi si stanno progressivamente affermando diverse soluzioni di digital embossing, che non prevedono l’uso di matrici e contromatrici.
La verniciatura (varnish) infine, consiste nello spalmare apposite vernici sui supporti di stampa, tramite stampa flexo o serigrafia. Si può ottenere ogni genere di effetto: lucido, opaco o una combinazione dei due (dreep-off), ruvido, texturizzato, perlescente.
Ne esistono alcune glitter, thermocolor (che cambiano colore in base alla temperatura), glow in the dark (che si illuminano al buio) e addirittura profumate. Nell’industria food and beverage si preferiscono vernici UV in grado di assicurare bassa migrazione dell’inchiostro e quindi più indicate al contatto con gli alimenti.
Scatole di legno, cesti di papiro e anfore di terracotta. Impressionano ancora oggi per la loro funzionalità e per la grande attenzione ai dettagli.
Soprattutto per confezionare i suoi prodotti tecnologici. Per questo investe in ricerche e innovazioni, di cui l’azienda ha parlato in una recente guida online.
Quelle realizzate in cartone da un campione di surf americano, ad esempio. O quelle a nido d’ape di due gemelli della Cornovaglia.
Ce ne sono pochi nelle case, ma sono ovunque in molti settori del mercato, soprattutto nel campo degli alimenti freschi.