I packaging dell’antico Egitto
Scatole di legno, cesti di papiro e anfore di terracotta. Impressionano ancora oggi per la loro funzionalità e per la grande attenzione ai dettagli.
Addio alle confezioni di plastica, benvenuta carta: a partire dalla fine di settembre KitKat Giappone manderà in pensione i pacchetti di plastica per sostituirli con la carta, rinnovando la grafica.
Così facendo Nestlé, multinazionale proprietaria del marchio KitKat, si aspetta di ridurre la produzione di 418 tonnellate di plastica ogni anno. L’iniziativa fa parte di un disegno più grande, che prevede il raggiungimento, entro il 2025, di un traguardo importante: utilizzare esclusivamente confezioni riciclabili e riutilizzabili.
Ma non è finita qui: KitKat ha trovato un modo per rilanciare una tradizione giapponese e applicarla su larga scala. Per avvicinare le persone al nuovo tipo di packaging e sottolineare l’impiego di carta, Nestlé incoraggia i consumatori a usare la confezione di KitKat per formare origami.
In Giappone l’origami, cioè la trasformazione di un semplice foglio di carta in oggetto tridimensionale, è considerata un’arte. Piegando la carta e seguendo degli schemi è possibile realizzare forme anche particolarmente complesse, come animali, girandole e scatole.
L’origami-uccello a forma di gru proposto da KitKat sulle confezioni è considerato in Giappone un simbolo di buon augurio. Viene usato per dare l’in bocca al lupo agli studenti in vista de gli esami o per incoraggiare un collega nella vita lavorativa (del resto il nome del prodotto, pronunciato in giapponese “kitto katsu”, si traduce in italiano con “vincerai di sicuro”).
Il nuovo packaging sarà disponibile per 5 varianti di prodotto, tra cui il gusto matcha, una polvere estratta dalle foglie di the verde, e per le confezioni multiple di KitKat Mini Original.
I gusti di KitKat in vendita in Giappone sono particolarmente distanti da quelli distribuiti in Europa. Ci sono tavolette al gusto sakè (famosa bevanda alcolica che si ottiene dalla fermentazione del riso), oppure al gusto maesil-ju, un liquore coreano che si ottiene dalla fermentazione delle prugne. Grazie a questi gusti particolari e introvabili, i KitKat giapponesi sono diventati oggetto di desiderio dei turisti di tutto il mondo, che se li scambiano come souvenir. Da oggi souvenir rigorosamente in carta.
Scatole di legno, cesti di papiro e anfore di terracotta. Impressionano ancora oggi per la loro funzionalità e per la grande attenzione ai dettagli.
Soprattutto per confezionare i suoi prodotti tecnologici. Per questo investe in ricerche e innovazioni, di cui l’azienda ha parlato in una recente guida online.
Quelle realizzate in cartone da un campione di surf americano, ad esempio. O quelle a nido d’ape di due gemelli della Cornovaglia.
Ce ne sono pochi nelle case, ma sono ovunque in molti settori del mercato, soprattutto nel campo degli alimenti freschi.