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Nel 2017 lo studio londinese di grafica MuirMcNeil propose alla rivista di tipografia Eye un’idea particolare per la sua copertina: creare 8000 cover diverse utilizzando una stampante digitale Hp e un software che consentiva di creare milioni di disegni unici, a partire da un numero limitato di modelli.
Lo studio di Londra produsse 10 file principali, detti “seeds”, sotto forma di disegni vettoriali. In ogni file le lettere “eye” erano state ripetute in schemi fissi e distribuite su 3 livelli di grafica. Ogni composizione era stata creata con un font diverso, partendo da due famiglie di caratteri coordinati TwoPoint e TwoPlus.
Creare 8000 cover esclusive utilizzando una stampante digitale Hp e un software che consentiva di creare milioni di disegni unici.
Utilizzando il software Mosaic i progettisti impostarono regole automatiche per ridimensionare, posizionare e colorare le grafiche di ogni file-seme.
Il programma ripeteva in progressioni costanti i 76 pesi e stili dei caratteri tipografici, portandoli in ognuno dei “layers” di stampa. Seguendo queste regole, il software riuscì a generare autonomamente 8.000 copertine uniche rendendo l’uscita del magazine un vero evento tipografico. Era il 94° numero della rivista britannica.
Fu uno dei primi esperimenti di stampa generativa basato sulle tecnologie digitali e se ne parlò molto nella comunità degli addetti ai lavori, contribuendo ad estendere la consapevolezza delle grandi opportunità offerte della stampa digitale. Fino a quel momento la stampa editoriale era legata esclusivamente alla tiratura in serie, con la produzione di copie tutte uguali. Il progetto di MuirMcNeil sfidò una logica di base della tipografia tradizionale, lanciando una stagione di importanti cambiamenti e aprendo la strada a brand come Nutella e Coca-Cola, che avrebbero lanciato in seguito grandi operazioni di marketing con la stessa idea di customizzazione di stampa.
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