La fregatura dei packaging pieni solo a metà

Un'associazione ha lanciato una battaglia contro una cattiva abitudine di molte aziende

12 Ottobre 2020

La sezione francese dell’organizzazione non governativa Foodwatch, che difende i diritti dei consumatori, ha lanciato una petizione contro le confezioni cosiddette #pleindevide, cioè “piene di niente”.

L’obiettivo è convincere le aziende ad essere più oneste con i consumatori e assicurarsi che il contenuto corrisponda a quanto “promesso” dal packaging.

Una petizione contro le confezioni “piene di niente” in vendita in molti supermercati

Secondo Camille Dorioz, Campaign Manager della ONG: “vendere packaging semivuoti non è illegale, ma sicuramente è irrispettoso nei confronti dei consumatori. Ed in più è dannoso per l’ambiente“.

Dall’analisi condotta dall’associazione emerge che i prodotti incriminati sono soprattutto spezie, riso e cereali, venduti in confezioni vuote per il 50-60% del volume complessivo.

Nel mirino ci sono alcuni brand e catene di supermercati molto noti: Lipton (43% di vuoto nelle confezioni), Léa Nature (58%), Sojasun (34%), Moniprix (35%), Carrefour (50%).

Riso, spezie e cereali vengono venduti in confezioni vuote per il 50-60% del volume complessivo

Una volta terminata la raccolta firme, gli attivisti invieranno la petizione ai CEO di ciascuna compagnia. L’obiettivo è ridurre i sovradimensionamenti o, in alternativa, giustificarne l’esigenza sull’etichetta.

Alcune delle aziende sotto accusa hanno risposto prontamente alla polemica. Carrefour, ad esempio, ha annunciato di voler ridimensionare le proprie confezioni e ridurre gli imballaggi di 10.000 tonnellate entro il 2025.

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