Non buttate via le vostre vecchie scatole
Potreste farci cose bellissime. Come quelle del designer Max Lamb e della sua mostra “Box”.
Agli ultimi Young Lions Award, importante premio pubblicitario assegnato ai creativi fino a 30 anni, la medaglia d’argento è stata vinta dagli italiani Giulia De Chirico e Lorenzo Canazza, dell’agenzia We Are Social.
Il progetto si chiama “2/3 Campaign” ed è dedicato al tema dello spreco alimentare, in collaborazione con UNFWP. Secondo le statistiche del Food World Programme promosso dall’Onu, di ogni alimento prodotto al mondo circa 1/3 va sprecato.
Per enfatizzare questo dato, Chirico e Canazza hanno pensato di applicare la stessa proporzione ad alcuni prodotti celebri. In occasione della giornata mondiale contro lo spreco, l’organizzazione dell’ONU ha chiesto ai brand di ridisegnare il packaging in modo da rispecchiare questo rapporto: i 2/3 della confezione parlano del prodotto, 1/3 segnala lo spreco di cibo.
Nelle immagini della campagna, il nuovo design è stato applicato al cartoncino degli hamburger Burger King e alle banane Chiquita.
Ogni confezione diventa un manifesto e un display dello spreco alimentare in corso, ricordando i 135 milioni di persone che soffrono la fame ogni giorno.
I 2/3 del packaging parlano del prodotto. 1/3 segnala lo spreco di cibo
Nello stesso giorno i brand si sono impegnati a devolvere 1/3 degli incassi al programma di sostegno dell’Onu. All’iniziativa ha partecipato anche Instagram, che per un giorno ha dedicato alla campagna 1/3 dei post pubblicati sotto l’hashtag #food.
Potreste farci cose bellissime. Come quelle del designer Max Lamb e della sua mostra “Box”.
Ne ha parlato l’esperta di design Chiara Alessi, presentando una mostra dedicata a storiche confezioni di prodotti italiani.
Una sfida per inventare confezioni in cartone mai viste. Tre premi: best graphic, best shape e best use of technology. Da Novembre a Febbraio 2024.
Le sta sperimentando Amazon. Potrebbero aiutare a ridurre il volume delle sue confezioni, contrastando il fenomeno dell’over-packaging.