In fondo al mar

Un gruppo di ricercatori tedeschi sta cercando di produrre packaging a base di alghe

16 Giugno 2019

Il sito Packaging Europe ha raccontato, in un articolo di qualche giorno fa, l’originale progetto di un team di ricercatori tedeschi. Gli studiosi stanno cercando di creare imballaggi alimentari a base di alghe, in collaborazione con la catena di fast-food Nordsee. Lo studio è cominciato due anni fa ed è stato denominato Mak-Pak. L’obiettivo è individuare un materiale organico alternativo destinato al commercio alimentare.

Il progetto dovrebbe essere completato nel febbraio 2020. È sostenuto dal Ministero Federale Tedesco per l’Alimentazione e l’Agricoltura (BLE) ed è coordinato dall’Università di Scienze Applicate di Bremerhaven, in collaborazione con l’Alfred-Wegener-Institut. Una volta completato lo sviluppo, Nordsee sarà responsabile della progettazione degli imballaggi e lancerà una fase di test nei propri punti vendita.

L’obiettivo finale è individuare un materiale organico alternativo destinato al commercio alimentare.

Nell’intervista rilasciata a Packaging Europe, Ramona Bosse dell’Università di Scienze Applicate di Bremerhaven ha spiegato le origini ed i progressi del progetto, aggiungendo informazioni sulle potenzialità del nuovo materiale. Bosse ha raccontato che lo studio procede bene: gli esperti si stanno concentrando su alcune alghe diverse, che vanno dalle alghe rosse e verdi a quelle marroni. Si tratta di alghe con proprietà eterogenee che danno origine a materiali diversi, tra rigidi e flessibili.

La catena Nordsee sarà responsabile degli imballaggi e lancerà una fase di test nei propri punti vendita.

Lo studio richiede tempo soprattutto per l’aumento graduale di volume delle alghe e per la natura stessa del processo. Le alghe devono essere sminuzzate e asciugate per ottenere un materiale solido che offra una certa flessibilità. I ricercatori utilizzano inoltre solo alghe che crescono in Europa, per evitare una lunga catena di approvvigionamento dall’Asia o da altre regioni.
Il materiale finito non sarà destinato a essere un sostituto della plastica, ma sarà un sacchetto simile a cartone, da utilizzare per cibi come pesce fritto o patatine. L’imballaggio sarà perfettamente adatto al contatto con gli alimenti, grazie alla natura organica del materiale.

«L’ideale sarebbe riuscire a rendere questo imballaggio commestibile» – ha spiegato Bosse – «sarebbe la ciliegina sulla torta. Un packaging del genere offrirebbe benefici nutrizionali e sposerebbe alla perfezione i nuovi ritmi di consumo. Oggi il cibo non deve sopravvivere per giorni in frigo. E nemmeno la confezione».

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