I packaging commestibili sono una cosa seria?

Una volta esaurito il compito di dare informazioni sui cibi, alcune confezioni diventano parte del pasto

7 Novembre 2019

Una delle moltissime novità che stanno investendo il settore del packaging alimentare riguarda le confezioni commestibili. Negli ultimi anni le ricerche su inchiostri e materiali hanno prodotto nuove confezioni biodegradabili, che si dissolvono in fase di preparazione (a contatto con l’acqua oppure in forno), diventando parte del pasto da consumare.

L’idea risponde alla necessità di semplificare lo smaltimento del packaging degli alimenti, una priorità sposata negli ultimi tempi da moltissime aziende. Eppure sull’idea di “confezioni mangiabili” i pareri sono in genere controversi, vanno dallo scetticismo fino al rifiuto incredulo, con riserve su una prospettiva considerata ad effetto, ma poco utile alla causa della sostenibilità.

Sull’idea di confezioni-mangiabili i pareri sono in genere controversi, vanno dallo scetticismo fino al rifiuto incredulo.

Uno dei principali player del settore è Monosol, azienda con sede in Indiana (USA), che produce confezioni di caffè istantaneo, pasta e farina d’avena che si dissolvono in pochi secondi a contatto con l’acqua. Si tratta di scatole inodori, incolori e completamente insapori. Secondo i dirigenti la novità diventerà in futuro un punto fermo nelle famiglie degli Stati Uniti, diminuendo lo spreco di imballaggi e riducendo il costo degli alimenti.

Per gli esperti le maggiori aree di applicazione nei prossimi anni saranno tre: 1) le monoporzioni di prodotti precotti in vendita nei supermercati 2) la produzione industriale degli alimenti, in cui le confezioni biodegradabili calate in grandi impasti consentiranno di calibrare al grammo le dosi dei diversi ingredienti 3) il settore della ristorazione di medio livello, in cui confezioni da immergere nei pentoloni semplificano la vita nelle cucine, riducendo la possibilità di errori e accelerando il processo in modo sicuro.

Il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) ha dichiarato che una nuova generazione di confezioni commestibili sarà pronta entro la fine del 2019. Tra le confezioni in fase di studio c’è quella a base di caseina, realizzata con proteine del latte. Si tratta di un packaging commestibile e più efficiente di altri tipi di imballaggi, perché mantiene l’ossigeno lontano dagli alimenti per un lungo periodo. Inoltre il materiale potrebbe essere facilmente arricchito con vitamine e probiotici per renderlo più nutriente.

Il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) ha dichiarato che una nuova generazione di confezioni commestibili sarà pronta entro la fine del 2019.

Anche Label Says Ltd, start-up inglese, progetta etichette per prodotti alimentari interamente commestibili. L’idea nasce dalla collaborazione dell’imprenditore Peter Woods con l’Università di Sunderlands, nel Regno Unito. I ricercatori dell’università si sono occupati di sviluppare un’applicazione collegata, che consente di visualizzare in realtà aumentata la filiera di produzione del prodotto, ricevere informazioni nutrizionali e consultare ricette. 

Woods e i sui colleghi hanno invece progettato un device in grado di produrre etichette con codice di tracciatura (una sorta di QR code) e stampate con inchiostro non tossico e commestibile. Le label possono essere applicate direttamente a pesce, frutta o carni, e il consumatore può facilmente consultare le informazioni sul prodotto scansionando il codice con un’app per smartphone.

Woods ha dichiarato che «l’applicazione consentirà a tutti di ottenere ottimo cibo senza la necessità di imballaggi eccessivi. È una tecnologia in fase di sviluppo, ci saranno ancora cambiamenti. Ma il modo in cui confezioniamo e consumiamo il cibo cambierà drasticamente nei prossimi anni. Su questo non c’è dubbio».

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