Lo smart packaging e il riciclo
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La chiamano “Wrap rage”, rabbia da imballaggio. È quel fenomeno che si verifica quando le confezioni fanno così bene il proprio dovere da sigillare ermeticamente il contenuto, rendendo impossibile l’apertura. Se è vero che il packaging affascina, protegge e informa, può anche diventare una grossa perdita di tempo. Mettendo a dura prova la pazienza e le scelte dei consumatori.
“Gli italiani trascorrono ben 39 giorni della propria vita (17 minuti a settimana) cercando di aprire imballaggi troppo difficili”, dice una ricerca di DS Smith dello scorso dicembre. Si possono usare forbici, coltelli o una miriade di oggetti appuntiti per aiutarsi, ma il copione prevede circa 3 minuti di tentativi falliti, un crescente senso di frustrazione e infine la richiesta di aiuto, al partner o a un vicino.
Le vittime di questo problema nel mondo sono milioni, secondo la ricerca per lo più maschi. Almeno la metà si è ferito nel tentativo di accedere al prodotto. E la categoria più colpita è quella degli anziani.
Gli italiani trascorrono 39 giorni nella vita cercando di aprire confezioni difficili
Oltre ai problemi di apertura, i packaging possono generare frustrazione per diversi motivi: quando non sappiamo come impugnarli, ad esempio. O quando non si sa come richiuderli. Un recente articolo di Packaging Digest ha stilato una lista dei pack capaci di accendere la rabbia di tutti.
L’autrice è Hannah Boulton, founder di Openez, osservatorio focalizzato su confezioni più sicure e user-friendly. Secondo l’esperta si sono moltiplicate le confezioni a prova di bambino e anti-manomissioni, per evitare i furti nei punti vendita. Ma adesso stiamo esagerando: soprattutto perché sono applicate a prodotti per adulti. E spesso troppo grandi per essere rubate.
I blister sono involucri in plastica trasparente, generalmente posti all’interno delle confezioni per ospitare i prodotti. Sono molto diffusi nella categoria dei farmaci. Essendo sottili e flessibili, possono diventare taglienti ai bordi. E pertanto letali per i polpastrelli.
Sono un piccolo capolavoro di ingegneria nella gestione degli spazi interni, che accolgono elementi molto piccoli, come carte e dadi. Non sempre sono progettate in maniera impeccabile però: il risultato è che riportare i componenti negli alloggi di partenza può diventare complicato. E decisamente irritante.
Riuscire ad aprire il tappo di queste confezioni al primo colpo pare essere impossibile. Ce ne sono di diversi tipi, da quelle che si aprono seguendo delle guide a quelle che richiedono la giusta pressione verso il basso. È il cosiddetto sistema “child proof”, che impedisce aperture involontarie da parte dei bambini. Ma che manda in crisi molti adulti.
L’incubo di molti. Sono vere e proprie armature di plastica rigida che sigillano il prodotto in un involucro termoformato. La shape incurvata le rende adatte ad un’ampia tipologia di prodotti. Le conchiglie sono pensate per proteggere il prodotto da cadute e impatti, ma spesso finiscono col rendere il prodotto inaccessibile prima di tutto al consumatore. A cui spesso non resta che scavarsi un varco, con prodotti affilati e tanta rabbia.
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