I packaging dell’antico Egitto
Scatole di legno, cesti di papiro e anfore di terracotta. Impressionano ancora oggi per la loro funzionalità e per la grande attenzione ai dettagli.
Curioso destino quello delle scatole di cartone. Se prima la maggior parte finiva nel cestino, da tempo i grandi brand hanno iniziato a trasformare i contenitori dei loro prodotti in oggetti di desiderio e fascino.
E adesso arrivano anche i piccoli.
Thelma’s Treats è una panetteria che offre biscotti caldi appena sfornati a Des Moines, in Iowa. Quando Dereck Lewis ha fondato l’attività, nel 2012, non aveva un grande budget di marketing. Così ha deciso di investire in un’esperienza di packaging memorabile.
«Stavamo facendo brainstorming e ci siamo detti: quale sarebbe la forma più logica per una scatola di biscotti caldi?», ricorda Lewis. «Ed era ovvio: duh! Un forno!».
Era la genesi di un’idea di packaging semplice ma intelligente, che offre l’illusione giocosa di estrarre da un forno due dozzine di biscotti. Proprio come facevano le nonne. L’idea si è rivelata un successo immediato, diventando il tratto distintivo del marchio Thelma’s Treats.
«Ci siamo detti: quale sarebbe la forma più logica per una scatola di biscotti caldi?» «Ed era ovvio: duh! Un forno!»
La scatola si è presto rivelata un grande successo tra i clienti della piccola azienda di Des Moines. «Quando qualcuno ci menziona, la gente dice: oh, giusto, quelli delle scatole a forma di forno», ha raccontato Lewis.
«Magari non ricordano il nostro nome, ma conoscono la scatola».
Il partner del brainstorming di Lewis era Brian Sauer, designer dell’agenzia Saturday Mfg, che ha disegnato la scatola immaginando un’apertura frontale e una grafica a tema forno. Poi ha lavorato con il produttore di imballaggi xpedx (ora parte di Veritiv) per creare dei prototipi in cartoncino leggero. In poche settimane la scatola era pronta.
Otto anni dopo la scatola è un marchio registrato, è stata esposta in mostre di packaging in tutto il mondo. Thelma’s Treats dichiara di realizzarne circa 4.000 all’anno. Le scatole costano circa il 30% in più rispetto a un modello standard, ma l’operazione è più che compensata.
«Molte persone ci dicono che i loro figli usano le nostre scatole come giocattoli, entrare nelle case ci permette davvero di rinforzare il nostro marchio».
«Le scatole in cartone saranno anche vecchie», conclude Lewis, «ma funzionano ancora. Soprattutto se si presentano bene su Instagram. Offrono un’esperienza sia tattile che visiva. Possono avere un grande fascino sui consumatori».
Scatole di legno, cesti di papiro e anfore di terracotta. Impressionano ancora oggi per la loro funzionalità e per la grande attenzione ai dettagli.
Soprattutto per confezionare i suoi prodotti tecnologici. Per questo investe in ricerche e innovazioni, di cui l’azienda ha parlato in una recente guida online.
Quelle realizzate in cartone da un campione di surf americano, ad esempio. O quelle a nido d’ape di due gemelli della Cornovaglia.
Ce ne sono pochi nelle case, ma sono ovunque in molti settori del mercato, soprattutto nel campo degli alimenti freschi.