Che invenzione, la carta
Nata 2000 anni fa in Cina, ha cambiato per sempre il mondo della scrittura, della cultura e delle idee. E anche quello del packaging.
Il dolce natalizio noto come panettone è nato a Milano all’inizio del Novecento. Le prime tipologie di packaging sono invece più recenti, con le prime invenzioni e brevetti risalenti all’epoca post-bellica, quindi all’inizio degli anni Cinquanta.
Prima di quel periodo i panettoni venivano confezionati prevalentemente in fogli di carta: i materiali cellulosici, con la loro capacità di assorbire l’umidità e proteggere dalla luce, risultavano particolarmente adatti per mantenere la freschezza dei dolci preparati in forno.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale le cose iniziarono a cambiare. L’Italia viveva un periodo di rinascita dell’industria alimentare e il settore dei panettoni non fu da meno. Fu in questo contesto che emersero le prime innovazioni nel packaging del dolce natalizio. La crescente quantità di prodotti sfornati e il bisogno di preservare più a lungo la freschezza dell’impasto spingevano verso soluzioni creative.
Apparvero così i primi modelli di confezioni prodotte industrialmente, caratterizzate da forme prevalentemente cilindriche. Poi, nel corso dei decenni, i formati iniziarono a moltiplicarsi, grazie anche all’arrivo sul mercato di materiali inediti e fustelle originali. Oggi, sebbene le buste interne di plastica siano diventate uno standard per tutti i produttori, le confezioni esterne variano molto in base alla marca, alle tipologie e alla qualità dei panettoni.
La forma più tradizionale e diffusa è probabilmente quella “a trapezio”, con chiusura superiore. Una forma che può essere arricchita con lavorazioni particolari, come inserti di materiali nobili e stampe in rilievo.
C’è poi la scatola con base quadrata e apertura superiore. In genere è prodotta con un cartone dallo spessore di almeno 350 grammi e personalizzata con diversi tipi di finitura e sistemi di chiusura. Rispetto alla tradizionale forma a trapezio, il costo della scatola quadrata è più contenuto, grazie ad un processo di produzione più semplice. Lo svantaggio è la mancanza di una maniglia utile per il trasporto del prodotto.
Un altro formato storico è quello “a cappelliera”, dalla forma cilindrica, con coperchio e maniglie laterali. Quella delle cappelliere è una storia particolare nell’evoluzione dei packaging. Già nel Settecento i bauletti dalla forma circolare e struttura rigida accoglievano cappelli e cappellini delle famiglie aristocratiche. Inizialmente erano considerate valigie pregiatissime, poi nei secoli successivi si trasformarono in scatole per prodotti, impreziosite da lavorazioni a caldo, scritte in oro e argento delle ditte produttrici ed eleganti fiocchi.
Dalla metà del Novecento le scatole “a cappelliera” furono utilizzate per dolci e panettoni, secondo una tradizione che si è mantenuta viva ancora oggi e che ha riguardato, negli ultimi decenni, soprattutto i prodotti di alta gamma o di lusso. In alcuni casi, la forma della cappelliera tradizionale viene riproposta con realizzazioni in latta.
Negli ultimi anni i packaging dei panettoni hanno accolto molte innovazioni, come sigillature avanzate, limited edition e possibilità di personalizzazione. Le nuove tecnologie hanno ampliato le possibilità dei produttori e le aspettative dei consumatori. Le confezioni a chiusura ermetica, ad esempio, contribuiscono a preservare la freschezza del panettone molto a lungo, impedendo l’ingresso di aria e umidità.
Nel contesto delle sfide ambientali globali c’è poi una crescente attenzione al riciclo e alla sostenibilità delle confezioni. L’utilizzo di materiali riciclabili e biodegradabili è diventato una priorità per molte aziende, riflettendo la crescente consapevolezza dei consumatori sul tema. Sono molti i produttori a realizzare scatole di panettone con cartoncini ecosostenibili e inchiostri a base d’acqua. Altre aziende, soprattutto nell’ambito delle produzioni artigianali, propongono un ritorno al passato per il confezionamento, rinunciando alle scatole e distribuendo i panettoni in involucri di carta o stoffa.
Nata 2000 anni fa in Cina, ha cambiato per sempre il mondo della scrittura, della cultura e delle idee. E anche quello del packaging.
Scatole di legno, cesti di papiro e anfore di terracotta. Impressionano ancora oggi per la loro funzionalità e per la grande attenzione ai dettagli.
Soprattutto per confezionare i suoi prodotti tecnologici. Per questo investe in ricerche e innovazioni, di cui l’azienda ha parlato in una recente guida online.
Quelle realizzate in cartone da un campione di surf americano, ad esempio. O quelle a nido d’ape di due gemelli della Cornovaglia.