Che invenzione, la carta
Nata 2000 anni fa in Cina, ha cambiato per sempre il mondo della scrittura, della cultura e delle idee. E anche quello del packaging.
Il contenuto influenza inevitabilmente il modo in cui un packaging è concepito. Secondo l’Atlantic, se in passato quest’ultimo veniva percepito come un problema secondario, oggi lo sviluppo del contenitore avviene contestualmente a quello del prodotto, non è più l’ultimo step da affrontare prima della vendita.
Il contenuto influenza il modo in cui un packaging viene sviluppato
Una delle criticità maggiori si verifica quando si interviene sul packaging (per motivi di marketing, ambientali o economici) senza considerare l’impatto che queste modifiche avranno sul prodotto.
Nell’articolo The Packaging Mistakes Companies Make (and Why They Make Them), il Wall Street Journal fa diversi ad esempio, come quello di una confezione modificata per risultare più sottile, senza tenere conto delle temperature usate in fase di termosaldatura, un procedimento necessario ad assicurare la chiusura del pack.
Il rischio concreto è che il materiale più sottile si saldi così tenacemente da rendere difficile l’apertura della confezione, con il rischio di far disperdere il contenuto (pensate a tutte le volte che vi è capitato con un pacchetto di patatine).
Ulteriori complicazioni si verificano quando si decide di cambiare la formula chimica di un prodotto (aggiungendo o eliminando un ingrediente, ad esempio) senza analizzare se la nuova “miscela” sia compatibile col precedente imballaggio.
Se si cambia a formula chimica di un prodotto bisogna controllare che sia compatibile col precedente imballaggio
Sempre il WSJ racconta il caso di un disinfettante che ha aggiunto un componente idratante alla formula classica, senza pensare all’impatto di questo cambiamento sulla confezione, che aveva una valvola a membrana nel dispenser fatta con un particolare tipo di polimero. L’aggiunta di emollienti ha fatto sì che quest’ultimo si gonfiasse causando perdite durante il trasporto.
Secondo designer e specialisti, lo sviluppo di imballaggi più funzionali è spesso frenata dai macchinari attualmente esistenti, ma anche dal fatto che alcune confezioni esistono da così tanto tempo che nessuno riesce a immaginare un modo migliore di concepirle. Per un’azienda di piccole-medie dimensioni cambiare una linea di produzione per testare un nuovo tipo di contenitore (seppur più efficace di quelli in uso) è una questione che vale milioni di dollari.
Nata 2000 anni fa in Cina, ha cambiato per sempre il mondo della scrittura, della cultura e delle idee. E anche quello del packaging.
Scatole di legno, cesti di papiro e anfore di terracotta. Impressionano ancora oggi per la loro funzionalità e per la grande attenzione ai dettagli.
Soprattutto per confezionare i suoi prodotti tecnologici. Per questo investe in ricerche e innovazioni, di cui l’azienda ha parlato in una recente guida online.
Quelle realizzate in cartone da un campione di surf americano, ad esempio. O quelle a nido d’ape di due gemelli della Cornovaglia.