La seconda vita del packaging: un progetto che trasforma le confezioni terminate in oggetti unici
Confezioni di biscotti, scatole di pasta e di caffè grazie a questa iniziativa trovano un nuovo spazio nella quotidianità di ognuno di noi.
Il sito Dezeen ha raccontato un’esposizione andata in scena alla galleria “Fumi” di Londra, dove il designer britannico Max Lamb ha esposto una collezione di mobili realizzati esclusivamente con scarti di cartone. La mostra “Box” ha incluso 23 sedie, un divano e un tavolo da pranzo costruiti utilizzando solo cartone e una colla fatta in casa.
L’artista ha spiegato che la collezione è completamente priva di plastica, riciclabile, vegetale e facilmente riparabile con strumenti che la maggior parte delle persone ha in casa. “Tutti i pezzi possono essere riparati all’infinito. Se un pezzo si rompe, basta mescolare un po’ di farina e acqua per ottenere la colla. A quel punto si può rincollare la parte danneggiata facilmente“.
Per produrre la serie di 33 elementi non è stato acquistato nessun nuovo cartone. Lamb ha utilizzato i rifiuti accumulati nel suo studio negli ultimi anni, dalle scatole ai rotoli di carta igienica, fino agli imballaggi delle sue lenti a contatto. L’artista ha voluto capire se questo materiale potesse essere utilizzato per strutture complesse in modo autonomo, cioè senza la necessità di rinforzi in plastica. “Mi ci sono voluti quasi 20 anni di lavoro per vedere il cartone come un materiale primario, e non solo come un materiale secondario“, ha spiegato Lamb.
Il designer aveva utilizzato in passato il cartone nella sua attività, ma soprattutto per il trasporto, la logistica o per preparare prototipi di mobili che ha poi sviluppato con materiali diversi. “In questo caso l’utilizzo del cartone non è più una parte del viaggio. È la destinazione finale del progetto“.
“Mi ci sono voluti quasi 20 anni di lavoro per vedere il cartone come un materiale primario, e non sempre come un materiale secondario“.
Nella sua progettazione Lamb ha lasciato in molti casi le scatole intatte, impilandole in diverse configurazioni così da fargli assumere la forma di sedie o tavoli. Per garantirgli un’integrità strutturale e una certa consistenza, ogni assemblaggio è stata rinforzato internamente con reticoli di cartone. Tutti gli scarti del processo sono stati trasformati in cartapesta e applicati all’esterno dei mobili, fino a 15 strati, creando una sorta di esoscheletro di supporto per ogni opera.
Una sedia, in particolare, è stata realizzata arrotolando insieme diversi strati di cartone fino a formare una sorta di tronco, proposto dall’artista come sedia cilindrica.
Il progetto rappresenta una deviazione nel percorso creativo del designer, noto fin qui soprattutto per il suo lavoro con il polistirolo. Proprio utilizzando il polimero aveva realizzato nel 2016 una collezione di 60 sedie ospitate alla Biennale di Architettura di Venezia. “Non sto dicendo che non userò più il polistirolo, ma qui volevo cercare un’alternativa. La speranza è che questo sia l’inizio di un affrancamento dai materiali sintetici, per me e per i miei clienti“, ha dichiarato Lamb.
Inevitabilmente il progetto ha trasformato Lamb in una sorta di accumulatore seriale di cartone. “Ho iniziato a valorizzare ogni singolo pezzetto che entrava nel mio laboratorio. Ora ho mezzo garage che vorrei affittare, ma è pieno di cartoni“. L’artista ha anticipato che userà tutto il cartone a disposizione per nuove produzioni in futuro.
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L’iniziativa dedicata agli oltre 9 italiani su 10 che si dedicano alla lettura delle informazioni nutrizionali sui prodotti alimentari .
Nata 2000 anni fa in Cina, ha cambiato per sempre il mondo della scrittura, della cultura e delle idee. E anche quello del packaging.