Lo IED ha lanciato un nuovo corso sul packaging

1 Settembre 2019

Per fare innovazione la creatività non basta. È questa la premessa su cui si fonda il nuovo corso di formazione avanzata “Innovation in Packaging Design – Prodotti, Mercati e Tecnologie”, organizzato dall’Istituto Europeo di Design (IED) di Milano in partnership con Marca (Bologna Fiere). L’obiettivo del corso, della durata di cinque mesi, sarà quello di aiutare i partecipanti a capire come funziona la filiera produttiva del packaging, quali sono le opportunità e le criticità. 

‹‹Il corso nasce dall’idea che il design possa essere uno strumento di innovazione competitiva all’interno delle filiere produttive, in particolare in un settore cruciale come quello del packaging›› spiega Carlo Branzaglia, Coordinatore Scuola Postgraduate IED Milano.
‹‹Si tratta di un ambito nel quale le caratteristiche tecniche dell’imballaggio devono sposarsi con quelle di comunicazione e sostenibilità. Va da sé che per innovare materiali e processi sarà necessario, per forza di cose, introdurre metodologie sempre più design oriented.››

Carlo Branzaglia, Coordinatore Scuola Postgraduate IED Milano

‹‹Dalle nostre ricerche, svolte in collaborazione con il partner Marca (Bologna Fiere) è emerso che l’interesse nei confronti del packaging interessa diverse figure professionali: non solo designer, ma anche specialisti in marketing, comunicazione e risorse umane›› prosegue Branzaglia.
‹‹Alle aziende interessa acquisire un approccio che oggi viene comunemente definito design thinking, che permetta loro di sfruttare al meglio le competenze in loro possesso per costruire l’immagine del brand, ampliare la gamma di prodotti, ideare nuove tipologie di confezioni.››

Capire come funziona la filiera produttiva del packaging, quali sono le opportunità e le criticità.

Secondo Fabio Bignardi, direttore generale di DOC Design e coordinatore del corso, per fare realmente innovazione è necessario conoscere una serie di strumenti che spaziano dalla progettazione grafica alla conoscenza dei materiali e delle tecnologie attualmente disponibili, fino ai limiti imposti dalle normative in materia di impatto ambientale.

‹‹Il packaging si è evoluto diversamente dall’advertising, dove il progetto finale è il risultato delle proposte che l’agenzia creativa sottopone direttamente al cliente finale›› spiega Bignardi.

‹‹L’imballaggio è un oggetto fisico, per cui nella fase di “start” del progetto bisogna innanzitutto considerare la fattibilità dell’idea creativa: non sempre le idee dei designer sono compatibili con le caratteristiche di un determinato tipo di scatola. Bisogna inoltre considerare le normative vigenti in materia di sicurezza e riciclo, che cambiano velocemente e sono diverse per ciascun Paese. Stesso discorso vale per le tecnologie di stampa e converting, in continua evoluzione. Se non si tiene conto di tutti questi fattori, il rischio è che giunti alle fasi di realizzazione sia necessario fare delle modifiche e interrompere la produzione, con conseguente spreco di risorse e danni economici spesso ingenti per le aziende coinvolte››. 

Nell’ambito della GDO (Grande Distribuzione Organizzata) le problematiche relative alla realizzazione di un imballaggio aumentano, soprattutto in seguito all’affermazione dei prodotti MDD, cioè a marchio del distributore (ad esempio, alimenti o cosmetici a marchio Esselunga, Coop, etc.) che stanno conquistando sempre più spazio tra gli assortimenti e vengono spesso preferiti a quelli a marchio di uno specifico brand.

Per fare innovazione è necessario conoscere una serie di strumenti che spaziano dalla progettazione grafica alla conoscenza dei materiali.

Il cambiamento in atto nella supply chain sta spostando l’attenzione sulla figura professionale del copacker, cioè le aziende che producono imballaggi ed etichette per conto di altre aziende e che si trovano a dover gestire, un gran numero di referenze per una clientela con caratteristiche diverse per tipologia di prodotto, strategia di marketing, target.

‹‹Queste nuove figure professionali devono essere in grado di sistematizzare tutte le informazioni a loro disposizione, governando dall’alto tutti gli aspetti relativi a design, branding, tecnologia, sicurezza e sostenibilità per produrre un packaging efficace sotto ogni punto di vista››, conclude Bignardi.

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