La stampa digitale è una rivoluzione

Per due motivi soprattutto: algoritmi e sostenibilità

15 Settembre 2019

I settori della stampa e del packaging stanno cambiando in fretta negli ultimi anni. Non soltanto nel mondo dell’artigianato e delle piccole produzioni creative, ma soprattutto nel comparto industriale, quello dei grandi numeri. Si tratta di un processo di innovazione ben rappresentato, ad esempio, dalle cosiddette “startup del printing”: nel mondo sono oltre 900 e nell’ultimo anno hanno raccolto circa un 1 miliardo di dollari. Ognuna di loro introduce nuove idee e tecnologie in un settore non sempre appariscente ma dall’indotto rilevante. Considerando l’intera filiera, tra aziende innovative e meno, l’industria della stampa vale in Italia 24 miliardi di euro.

Le “start-up del printing” nell’ultimo anno hanno raccolto circa un miliardo di dollari.

Nel packaging le trasformazioni riguardano sia le confezioni per la distribuzione (usate per trasportare i prodotti) che quelle per la vendita (quelle esposte nei supermercati). Il principale cambiamento in corso sta nella “customizzazione”: con le nuove stampanti digitali è possibile sfuggire alla logica della tiratura in serie e rendere unica ogni confezione. Ogni packaging diventa così in grado di trasmettere informazioni “vive” sul prodotto che contiene. E diviene sempre più interattivo. Qualche esempio: un codice stampato su un cartone di pomodori può informare i distributori su luogo e data di raccolta; le etichette delle bottiglie di whiskey attivano test che verificano se hai bevuto troppo; la scatola dei vostri cereali trasmette al vostro iPhone una playlist per allenarsi. 

Ciascun packaging diventa in grado di trasmettere informazioni “vive” sui prodotti che contiene.

E poi c’è la sostenibilità. La crescente sensibilità delle persone ai temi ambientali ha spinto i governi ad adeguare leggi e regolamenti in area packaging. Così i processi che coinvolgono i materiali da imballo (carta, plastica, vetro) diventano necessariamente più ecologici. Le nuove tecnologie riducono dimensione e peso dei pack, gli inchiostri sono tutti ad acqua, le colle fatte ad amido e rigorosamente non inquinanti. 


Naturalmente cresce la percentuale di parti riciclabili: per carta e cartone ondulato, con cui trasportiamo l’ortofrutticolo italiano ovunque, si arriva addirittura all’80%. L’impatto ambientale diminuisce mentre la produzione di scatole aumenta, soprattutto oggi che l’e-commerce ha dato nuova spinta agli imballi secondari (le scatole di Amazon, le scatole di Glovo, le scatole dei prodotti inviati a casa vostra da qualsiasi delivery). La sostenibilità rappresenta in questo momento il valore più importante per il business del packaging. Un comparto ogni giorno sempre più green.

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