La piccola rivoluzione del tubo delle Pringles

Storia di una una delle confezioni più originali e funzionali del mercato food. Fu progettata da un ingegnere chimico nel 1966.

19 Maggio 2023


Quasi tutte le patatine fritte industriali vengono confezionate in sacchetti. Nonostante la praticità del formato, questo tipo di confezioni non protegge le chips da urti e schiacciamenti: le patatine all’interno spesso si rompono, rovinando in parte l’esperienza di consumo.

All’inizio degli anni Sessanta il dipartimento ricerca e sviluppo di Procter & Gamble, multinazionale del settore alimentare, avviò la sperimentazione di una soluzione alternativa per le sue patatine. Il progetto prevedeva la realizzazione di chip prodotte in serie, tutte uguali, a forma di “paraboloide iperbolico”, una struttura già nota in architettura che avrebbe assicurato al prodotto una resistenza altissima. Secondo il sito Interesting Engineering, la particolare forma aveva inoltre l’obiettivo di conferire alle patatine una croccantezza speciale. Dopo aver messo a punto il prodotto, i ricercatori dell’azienda si concentrarono sulla progettazione del packaging.

(Out of The Box)

All’inizio degli anni Sessanta la multinazionale Procter & Gamble avviò la sperimentazione di una soluzione alternativa per le sue patatine

Per il confezionamento delle nuove patatine l’ufficio marketing di Procter & Gamble commissionò a Fredric J. Baur, ingegnere specializzato in chimica, la realizzazione di una struttura in grado di sigillare perfettamente il prodotto ed evitare che le patatine si rompessero. Baur aveva iniziato a lavorare per Procter & Gamble nel 1956 e la richiesta fu il suo primo grande incarico. 

L’ingegnere abbozzò sui suoi fogli la forma di un tubo cilindrico in cui le patatine potessero essere impilate in modo compatto e senza rompersi. Poi iniziò ad occuparsi dei materiali, della progettazione del tappo e della definizione del diametro giusto per ospitare le patatine.

Il packaging doveva proteggere le patatine evitando che si rompessero. Baur progettò un tubo cilindrico in cui le patatine potessero essere impilate in modo compatto.

Baur voleva che la confezione proteggesse perfettamente il prodotto dagli agenti esterni e da qualsiasi tipo di urto, mantenendo intatto il sapore e la struttura delle chips. Preparò un prototipo in cartone pesante, alto 25,5 cm e largo 8,5 cm, sigillato e sottovuoto, con un lato curvo verso l’esterno e un lato curvo verso l’interno. Il tubo terminava con un tappo inferiore in metallo e un tappo superiore in plastica. 

Il cartone fu sottoposto ad una lunga serie di test per verificare la capacità di resistenza in fase di trasporto e stoccaggio. Dopo molti tentativi, Baur e il suo team riuscirono finalmente a brevettare il primo packaging tubolare delle Pringles. Era il 1966. Qui c’è il brevetto originale.

(Out of The Box)

Le nuove patatine con il confezionamento tubolare furono lanciate con il nome “Pringles Newfangled Potato Chips”. Presentavano una struttura esterna in cartone rosso e un coperchio richiudibile in plastica. Presto i distributori e i gestori dei punti vendita realizzarono che la forma cilindrica permetteva inoltre di impilare le confezioni molto facilmente, riducendo lo spazio necessario nei magazzini e nei depositi.

Il packaging diventò subito molto familiare tra i consumatori in tutto il mondo. Nel corso dei decenni P&G avrebbe utilizzato il tubo in molte campagne pubblicitarie, rendendolo un’icona del brand e un simbolo dell’unicità del prodotto. Negli ultimi tempi al formato originale si è aggiunta la confezione da 40 grammi, anch’essa tubolare ma di altezza ridotta.

La struttura era in cartone pesante, sigillata e sottovuoto, con un lato curvo verso l’esterno e un lato curvo verso l’interno, un tappo inferiore in metallo e un tappo superiore in plastica.

Recentemente il design del packaging è stato poi rivisto, soprattutto per renderlo più sostenibile e meno inquinante. Nel settembre 2021 Kellogg’s, che nel frattempo è diventata proprietaria del marchio Pringles, ha collaborato con un’azienda francese specializzata in confezionamenti ecologici per rendere i suoi tubi più facilmente riciclabili. 

Il packaging originale era infatti composto da una varietà di materiali difficili da dividere prima dello smaltimento (cartone, metallo, plastica). In molti mercati in tutto il mondo l’azienda ha così proceduto alla sostituzione dei tappi in plastica, rimpiazzandoli con sigilli in alluminio riciclabili.

L’azienda ha inoltre gradualmente introdotto sul mercato tubi in carta riciclata, con coperchi compostabili. L’obiettivo, secondo le dichiarazioni dell’azienda, è raggiungere il 100% di tubi riutilizzabili o riciclabili entro la fine del 2025.

Fredric J. Baur, è morto nel 2008, all’età di 89 anni. Per sua stessa richiesta, le sue ceneri sono conservate in un tubo di Pringles. Larry Baur, uno dei figli dell’ingegnere, ha raccontato a Time che la famiglia aveva inizialmente pensato fosse una richiesta scherzosa. Poi avevano letto il testamento e realizzato che il padre era fermamente convinto di quell’idea. “Io e i miei fratelli abbiamo brevemente discusso su quale tipo di confezione di Pringles dovessimo usare. Poi ci siamo detti: non ci sono dubbi, dobbiamo usare l’Originale”.

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