I packaging dell’antico Egitto
Scatole di legno, cesti di papiro e anfore di terracotta. Impressionano ancora oggi per la loro funzionalità e per la grande attenzione ai dettagli.
Per quanto paradossale, sembra che la scatola di biscotti danesi Royal Dansk sia ufficialmente il contenitore da cucito più diffuso al mondo. È una diffusa mutazione della destinazione d’uso per un packaging che è entrato da tempo nell’immaginario di molti paesi.
A diffondere la notizia è stato il sito Buzzfeed, che in un articolo aveva già analizzato il curioso ed affascinante fenomeno. Secondo la ricostruzione dell’autrice dell’articolo, nel 2018 il riferimento alla celebre scatola si era diffuso tra un gruppo di utenti online che cercavano di capire cosa accomunasse l’infanzia di milioni di utenti a diverse latitudini.
Il packaging di latta era emerso come comun-denominatore dei ricordi di mezzo mondo, in particolare nella versione scatola da cucito, trasformata in contenitore per aghi e filo.
Le ragioni del successo della scatola sono state molte. Di certo in passato le confezioni di biscotti non erano particolarmente solide o consistenti. I dolci erano venduti sfusi, in sacchetti di carta o cartone. Le latte Royal Dansk si presentarono invece come particolarmente resistenti e durature, e si diffusero rapidamente come contenitori adatti a funzioni diverse.
Le latte blu erano resistenti e durate. Si sono adattavano a funzioni diverse
Anche il sito Atlas Obscura ha raccontato la storia della famosa scatola blu, con un’ampia ricostruzione in cui il packaging viene definito “tradizione secolare” e “fenomeno interculturale e intergenerazionale”
In un articolo dello Smithsonian si sostiene che alla base del successo nel XIX secolo ci fu il senso di novità che le scatole portarono nelle case. Le latte furono forse i primi packaging che i consumatori videro come oggetti, con un valore che andava ad affiancarsi a quello dei biscotti. Il pubblico iniziò a considerare quella latta come prodotto d’uso domestico, piuttosto che come packaging usa e getta.
Fu la prima confezione che i consumatori videro come oggetto, non come packaging usa e getta
A rendere le latte attraenti erano anche il colore rassicurante, la forma tonda e smussata e la solida capienza, che le rendeva adatte a contenere ogni genere di oggetti, anche lettere, chiavi o chiodi.
Sebbene di latte Royal Dansk se ne contino diverse, con molte ormai fuori produzione, è in particolare la latta blu a continuare a vivere nell’immaginario comune, anche grazie al ciclo di riutilizzo.
Un vero “ricordo universale” con il suo retrogusto leggermente amaro: a tantissimi consumatori sarà capitato di aprire una scatola in cerca di biscotti, per trovarci solo ago, rocchetti e bottoni.
Scatole di legno, cesti di papiro e anfore di terracotta. Impressionano ancora oggi per la loro funzionalità e per la grande attenzione ai dettagli.
Soprattutto per confezionare i suoi prodotti tecnologici. Per questo investe in ricerche e innovazioni, di cui l’azienda ha parlato in una recente guida online.
Quelle realizzate in cartone da un campione di surf americano, ad esempio. O quelle a nido d’ape di due gemelli della Cornovaglia.
Ce ne sono pochi nelle case, ma sono ovunque in molti settori del mercato, soprattutto nel campo degli alimenti freschi.