Indie Brands e la comunicazione digital che inizia dal packaging
Dove il dettaglio del packaging diventa protagonista di un mercato sempre più competitivo.
I giapponesi sono dei gran metodici, e nel packaging hanno sempre avuto una marcia in più. Nel corso dei secoli, le loro tecniche di confezionamento hanno raggiunto lo stato dell’arte e oggi sono fonte d’ispirazione per moltissimi designer.
Si presta molta attenzione al piacere estetico di contemplare un pacchetto, senza la fretta di strappare via l’involucro per vedere cosa c’è dentro. La tecnica dello tsutsumi (che letteralmente significa dono, pacco regalo) si fonda sul principio di proteggere gli oggetti in maniera sobria ed elegante, cercando comunque di non nasconderli, ma esaltarli.
La tecnica dello tsutsumi si fonda sul principio di proteggere i doni in maniera sobria ed elegante, senza nasconderli
Tra le confezioni più note e apprezzate ci sono i furoshiki, foulard più o meno preziosi nel tessuto o nelle decorazioni, originariamente impiegati per proteggere oggetti di valore appartenenti ai membri della dinastia dei Nara, nel sesto secolo a. C.
Inizialmente questi panni erano in uso con il nome di koromo tsutsumi, cioè pacchetto di vestiti, proprio perché utilizzati dalla nobilità Heian come elegante protezione dei kimono. Successivamente, cominciarono a essere usati come teli da bagno dalla borghesia giapponese e il termine cambiò in furoshiki, composto da furo (bagno) e shiki (aprire, spiegare.)
Verso la fine del Seicento, questo “panno dalle mille vite” divenne un oggetto comune, utilizzato per il trasporto e il confezionamento di qualsiasi merce.
I furoshiki sono foulard più o meno preziosi nel tessuto o nelle decorazioni
Dopo un lungo oblio dettato dall’industrializzazione, i foulard sono tornati di moda. Il merito è soprattutto del ritorno ai tessuti nel packaging, volto a ridurre l’impatto ambientale degli imballaggi. I furoshiki infatti hanno un ciclo di vita potenzialmente infinito e, quindi, risultano maggiormente sostenibili.
UNWRP, azienda fondata nel 2017 dalla giovane designer Ashley Fouyolle, diventata famosa per la sua coloratissima carta regalo, propone anche un set di furoshiki dal design moderno. Oltre ad avvolgere e proteggere gli oggetti contenuti, i foulard di UNWRP possono anche diventare un elastico per capelli, un accessorio alla moda o, volendo, un complemento d’arredo, da esporre in un quadro.
I furoshiki rappresentano un’alternativa unica e sofisticata alla carta regalo, quasi sempre non riciclabile perché rivestita di plastica. La start up Wrappuccino, ideata dalle designer polacche Joanna Zabinska e Magdalena Pytlos, vogliono dimostrare come la tradizione giapponese possa essere una soluzione in grado di abbattere enormi quantità di rifiuti derivanti dal confezionamento e “salvare il pianeta un regalo per volta”.
La rinascita del furoshiki è diventata anche l’occasione di proporre un’alternativa unica e sofisticata alla carta regalo
Cotone 100% naturale, morbido velluto, seta, lino o stoffa rifinita a mano e stampata con inchiostri vegetali: la gamma dei tessuti Wrappuccino non è solo capace di soddisfare i gusti di chiunque, ma ha perfino creato attorno a sé una vera e propria community altamente partecipativa e decisa nel tramandare questa nuova filosofia di vita.
Grace of Waste, apparsa tra i premiati agli IF Design Awards 2021, è un’azienda tedesca dallo spirito eco-friendly, che ha portato l’antica arte dello tsutsumi giapponese ad un livello altissimo di sostenibilità ed innovazione tecnologica, grazie ai suoi panni riutilizzabili composti completamente in plastica oceanica riciclata. I suoi furoshiki sono l’emblema della sensibilizzazione al problema dell’inquinamento degli oceani in ogni loro componente, e i suoi motivi rappresentano una mappa delle isole di immondizia galleggiante sulle acque.
Dove il dettaglio del packaging diventa protagonista di un mercato sempre più competitivo.
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