Non buttate via le vostre vecchie scatole
Potreste farci cose bellissime. Come quelle del designer Max Lamb e della sua mostra “Box”.
Il New York Times ha raccontato in un articolo un particolare effetto della crisi: l’improvviso boom del cibo in scatola, seguito ai lockdown in molte città americane.
Il fenomeno è diffuso in molti mercati in tutto il mondo, e dipende da un cambiamento di abitudini nei consumi alimentari. In particolare è una trasformazione che impatta profondamente sull’industria del packaging: l’aumento della domanda di zuppe, legumi e carni in scatola ha imposto nuova pressione al settore, e i produttori di contenitori metallici hanno dovuto accelerare per tenere il passo.
Alla periferia di New York il grande impianto General Mills che produce lattine di zuppa è in funzione 24 ore al giorno, sette giorni alla settimana. Impiega 1.000 lavoratori e sta assumendo molte persone, in vista di 50 nuove aperture. Silgan Holdings, un produttore di contenitori in metallo e plastica con oltre 50 stabilimenti in tutto il paese, ha registrato guadagni record nel primo trimestre. Nelle ultime quattro settimane le vendite dei prodotti Kraft Heinz e Kellogg hanno registrato salti dal 37% al 50%.
L’aumento della domanda di alimenti come legumi e carni in scatola ha imposto un’improvvisa pressione al settore del packaging.
È un fenomeno in controtendenza, in buona parte legato al momento che stiamo vivendo. Per anni le vendite di cibi in scatola sono diminuite, con i consumatori che si spostavano verso prodotti freschi e soluzioni considerate più nutrienti. Adesso l’impossibilità di consumare pasti fuori casa e il desiderio di comfort-food stanno spingendo le persone verso cibi facili da consumare.
Visto che far la spesa è diventato più impegnativo, inoltre, i consumatori preferiscono portarsi a casa prodotti che durino di più, da tenere in dispensa e consumare con calma. In questo senso i pasti in scatola offrono una garanzia in termini di conservazione sul medio-lungo periodo.
L’impossibilità di consumare pasti fuori casa e il desiderio di comfort-food spingono le persone verso cibi facili da consumare.
Poi ci sono i bisogni psicologici innescati dalla pandemia: le persone delegano al cibo funzioni di conforto e consolazione. Una funzione svolta perfettamente dai cibi in scatola: pronti, facili da preparare e facili da consumare.
Anche Campbell Soup, azienda famosa per le sue zuppe, ha registrato un aumento della richiesta di prodotti in scatola. Nelle ultime settimane ha aumentato la retribuzione dei suoi operatori di 2 dollari l’ora.
L’aumento della domanda è stato tale da minacciare la catena di approvvigionamento di Campbell’s, con grandi difficoltà a reperire lattine a sufficienza per i volumi prodotti. Per ora il sistema ha retto grazie al contemporaneo calo di richieste nel settore della ristorazione, ancora fermo in attesa di ripartire.
Ma la situazione d’emergenza e i lockdown potrebbero durare ancora settimane. Vedremo se basteranno le scatole.
Potreste farci cose bellissime. Come quelle del designer Max Lamb e della sua mostra “Box”.
Ne ha parlato l’esperta di design Chiara Alessi, presentando una mostra dedicata a storiche confezioni di prodotti italiani.
Una sfida per inventare confezioni in cartone mai viste. Tre premi: best graphic, best shape e best use of technology. Da Novembre a Febbraio 2024.
Le sta sperimentando Amazon. Potrebbero aiutare a ridurre il volume delle sue confezioni, contrastando il fenomeno dell’over-packaging.