I packaging riconvertiti durante l’emergenza

Nelle ultime settimane molti brand hanno utilizzato le loro bottiglie per produrre gel igienizzanti

6 Aprile 2020

In situazioni di emergenza c’è chi si ferma e chi si adatta. Le disposizioni legate al contenimento del coronavirus hanno fatto chiudere negozi e fabbriche, ma hanno anche offerto un’inaspettata occasione di generosità a molti settori.

In Italia sono state tantissime le aziende del confezionamento che hanno offerto supporto al comparto sanitario, offrendo il proprio contributo per rimediare alla scarsità di beni di prima necessità.

Quando parliamo di beni di prima necessità parliamo anche dei gel disinfettanti per mani, che a causa dell’aumento esponenziale della domanda sono diventati quasi introvabili. Molte aziende, nelle scorse settimane, hanno riconvertito le filiere per produrre gel a base alcolica.
Le linee produttive che si sono adattate meglio sono quelle degli alcolici e dei prodotti di bellezza.

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Disaronno

Il gruppo Disaronno ha donato 100.000 bottigliette formato mignon 50 ml di igienizzante a dieci enti assistenziali in tutta Italia, tra cui le Caritas di Roma, Palermo e Firenze, l’Opera San Francesco per i poveri (Milano) e la Fondazione Progetto Arca (sempre a Milano).

Campari

Campari ha iniziato la produzione di gel disinfettante per le mani in collaborazione con Intercos Group, azienda che sviluppa prodotti per l’estetica. La prima ci ha messo l’alcol, la seconda il packaging. Finora sono stati prodotte 15.000 confezioni destinate al personale sanitario degli ospedali della Lombardia. 

Ramazzotti

Anche Ramazzotti, che è parte del gruppo francese Pernod Ricard, ha imbottigliato nella storica distilleria di Canelli disinfettante per le mani al posto del suo amaro. In questo caso la bottiglia di vetro è rimasta la stessa, ma è stata aggiunta una nuova etichetta. Il gel Ramazzotti è stato inviato principalmente alla Croce Rossa Italiana e alla Protezione Civile.

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Bulgari

Bulgari ha deciso di produrre, insieme al partner di fragranze ICR (Industrie Cosmetiche Riunite Lodi) diverse centinaia di migliaia di flaconi di gel da distribuire alle strutture mediche. La produzione prevede di arrivare a 200mila pezzi in due mesi e il gel disinfettante sarà distribuito in flaconi riciclabili da 75 ml.

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Nardini

Nardini, azienda di Bassano del Grappa, ha utilizzato le bottigline da 10 di grappa per produrre il gel da donare agli operatori sanitari.
La soluzione è a base di alcol etilico a 79 gradi (numero che richiama la data di fondazione dell’azienda, il 1779) e contiene anche acqua e aromi usati per produrre il liquore all’acqua di cedro. Anche in questo caso il prodotto è destinato ad aiutare realtà locali come l’ospedale da campo di Bergamo e l’ospedale San Bassiano di Bassano del Grappa.

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Brewdog

All’estero BrewDog ha creato nelle sue distillerie in Scozia un igienizzante per mani chiamato “Punk Sanitizer”, in distribuzione presso il personale del National Health Service (l’equivalente del nostro sistema sanitario). Al momento i dipendenti dell’azienda hanno prodotto e donato 50.000 unità. 

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Anche BrewDog ha fatto di necessità virtù. L’azienda ha comunicato sulla sua pagina Facebook di aver fatto ricorso a qualsiasi confezioni a disposizione, come le bottiglie di birra nel formato piccolo, utilizzandole come refill per altri tipi di contenitori.

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Probabilmente queste attività “non convenzionali” entreranno nella storia delle aziende come simboli del loro impegno durante l’emergenza. Alcune hanno la potenzialità di trasformarsi in future azioni di marketing.

Le reazioni del pubblico alla mobilitazione delle aziende sono state positive. Sulla pagina Facebook di Ramazzotti, ad esempio, gli utenti invocano addirittura la messa in vendita, per tutti, delle bottiglie speciali.

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