Che invenzione, la carta
Nata 2000 anni fa in Cina, ha cambiato per sempre il mondo della scrittura, della cultura e delle idee. E anche quello del packaging.
Gli storici che hanno studiato le popolazioni del passato hanno descritto la capacità degli antichi Egizi di conservare e trasportare materiali e merci. Sebbene il concetto moderno di “packaging” possa sembrare lontano da quel periodo storico, nell’antico Egitto nacquero effettivamente metodi sofisticati per imballare e conservare oggetti, alimenti e materiali preziosi. Le soluzioni adottate furono soprattutto funzionali, ma anche attente all’estetica, alla ritualità e al simbolismo religioso.
Una delle materie prime più diffuse per la produzione di packaging nell’antico Egitto era il papiro, che ebbe un ruolo fondamentale nella civiltà locale. Derivato da una pianta che cresceva abbondantemente lungo il fiume Nilo, il materiale veniva utilizzato principalmente per la scrittura, ma anche per realizzare cesti, sacchi e contenitori di vario tipo. I packaging di papiro erano leggeri, resistenti e flessibili, perfetti per trasportare prodotti agricoli, tessuti e oggetti d’uso quotidiano. I fogli di papiro venivano intrecciati con tecniche artigianali tramandate di generazione in generazione, una competenza che conferma l’abilità degli Egizi nell’utilizzo di risorse naturali per produrre strumenti durevoli.
Tra i materiali più diffusi nell’antico Egitto ci fu il papiro, utilizzato per realizzare cesti, sacchi e contenitori di vario tipo.
Per conservare liquidi come oli, birra e vino, si faceva uso di anfore di terracotta. I recipienti in ceramica erano spesso sigillati con cera o resina, così da proteggere il contenuto da eventuali perdite e garantirne una lunga conservazione. Le anfore, a loro volta, venivano spesso imballate in ceste o altri contenitori per trasportarle lungo il Nilo, la principale via commerciale dell’antico Egitto.
Oltre alla funzionalità, l’aspetto estetico del packaging era un elemento fondamentale per le popolazioni del tempo. Ogni contenitore, che fosse un semplice cesto di papiro o una cassetta finemente decorata, era progettato con grande attenzione ai dettagli. I motivi decorativi delle cassette e dei vasi non erano scelti a caso, ma avevano significati simbolici legati alla religione, alla fertilità o alla regalità. I colori vivaci, come il rosso, il blu e il giallo, avevano valenze spirituali e venivano utilizzati per enfatizzare il prestigio degli oggetti conservati.
Oltre ai materiali più semplici e leggeri, gli egiziani vissuti tra il 1.000 e il 500 a.C. utilizzavano contenitori più elaborati per proteggere beni di valore e oggetti personali. Le cassette di legno erano decorate con cura e precisione, spesso dipinte di bianco o arricchite da vivaci motivi policromi, e avevano il compito di custodire oggetti preziosi. Nella tomba dell’architetto Kha, ideatore della Necropoli di Tebe, sono state ritrovate scatole che contenevano tessuti in lino di altissima qualità e altri oggetti personali. La varietà di forme e dimensioni delle cassette testimonia come fossero progettate per diversi usi, dall’imballaggio di piccoli oggetti quotidiani a beni destinati a viaggi più lunghi, come quelli nell’aldilà.
Oltre ai materiali più semplici e leggeri, gli antichi Egizi utilizzavano contenitori più elaborati per imballare beni di valore e oggetti personali.
Ogni scatola di legno veniva chiusa dagli egiziani in modo ingegnoso: delle corde venivano avvolte intorno a due ampie manopole, legate con nodi complessi e poi sigillate con un’impronta. Questo sistema non solo garantiva la sicurezza dei beni conservati all’interno, ma rifletteva anche la consapevolezza degli Egizi dell’importanza della protezione e della preservazione. Il sigillo, infatti, era simbolo di autorità e proprietà, e serviva a scoraggiare eventuali tentativi di furto o manomissione. È un dettaglio fondamentale per comprendere come il packaging, anche nell’antico Egitto, non avesse solo scopi funzionali e pratici, ma fosse espressione diretta di status e prestigio.
Un altro degli aspetti interessanti delle confezioni nell’antico Egitto riguarda il loro utilizzo nel contesto funerario. Gli Egizi credevano fermamente nella vita dopo la morte e per questo motivo dedicavano grande attenzione alla preparazione dei beni che avrebbero accompagnato i defunti nell’aldilà. Oltre ai beni materiali, anche gli alimenti venivano accuratamente confezionati e posti nelle tombe. Le confezioni funerarie avevano un importante significato rituale: dovevano garantire che i beni del defunto fossero integri e pronti per l’utilizzo nel regno dei morti.
Il ricorso a materiali pregiati per confezionare gli oggetti destinati ai morti era un segno di rispetto e devozione. Le cassette decorate e i vasi sigillati con resina venivano posti nelle tombe insieme ai sarcofagi, a volte coperti da drappi in lino finissimo. Anche in questo caso l’imballaggio degli oggetti seguiva precisi rituali religiosi, che sottolineavano la sacralità del processo e l’importanza del viaggio nell’aldilà.
Ogni cassetta veniva chiusa in modo ingegnoso e poi contrassegnata con un’impronta. Il sigillo era simbolo di autorità e proprietà.
Le tecniche sviluppate nell’antico Egitto dimostrano come le civiltà del passato elaboressaro soluzioni complesse per la conservazione e il trasporto dei beni. La loro capacità di combinare estetica e funzionalità ha lasciato un segno prodondo nella storia del confezionamento degli oggetti, tramandando un’idea di cura per i dettagli e di importanza simbolica dei packaging.
Sebbene lontane dalle moderne tecnologie industriali, le tecniche egiziane di imballaggio rappresentano un esempio straordinario di ingegnosità e creatività applicate al trasporto e alla protezione degli oggetti. Attraverso materiali naturali e processi artigianali, gli antichi Egizi hanno trasmesso una lezione preziosa: anche il più semplice contenitore può racchiudere una storia, un significato e un legame con l’eternità.
Nata 2000 anni fa in Cina, ha cambiato per sempre il mondo della scrittura, della cultura e delle idee. E anche quello del packaging.
Soprattutto per confezionare i suoi prodotti tecnologici. Per questo investe in ricerche e innovazioni, di cui l’azienda ha parlato in una recente guida online.
Quelle realizzate in cartone da un campione di surf americano, ad esempio. O quelle a nido d’ape di due gemelli della Cornovaglia.
Ce ne sono pochi nelle case, ma sono ovunque in molti settori del mercato, soprattutto nel campo degli alimenti freschi.