Forse abbiamo capito come stampare sempre uguali i colori

La “color consistency” è una grande sfida nel mondo della stampa. Oggi facciamo passi avanti grazie al digitale

26 Giugno 2019

Per i brand mantenere colori uguali tra i materiali di comunicazione è assolutamente fondamentale. Se gli imballaggi o i prodotti di un’azienda presentano variazioni cromatiche impreviste o non volute, il brand perde forza e riconoscibilità, compromettendo la propria identity agli occhi del consumatore.

Eppure ottenere una coerenza totale tra i colori è stato a lungo un obiettivo irraggiungibile. Le grandi varietà di processi di stampa, inchiostri e materiali hanno reso il processo praticamente impossibile sia per i proprietari di marchi che per gli stampatori. Per fare un esempio: alcuni materiali, come cartone e cartone ondulato, sono più assorbenti delle carte normali. La cosa influenza il modo in cui l’inchiostro si distribuisce sulla superficie, portando a colorazioni diverse. In altri casi sono gli stessi processi di stampa (offset, flexo, rotocalco, digitale) a richiedere inchiostri molto diversi, generando in macchina colori diversi.

Le grandi varietà di processi di stampa, inchiostri e materiali hanno reso il processo praticamente impossibile.

Nel corso degli anni però i brand hanno aumentato i loro sforzi per ottenere una migliore omogeneità cromatica. Oggi l’attenzione sul tema cresce e diventa strategica. E non basta avere colori che sembrano corrispondere ad occhio nudo: i brand investono in nuovi strumenti in grado di misurare con assoluta precisione i colori in esame.

Uno degli avanzamenti più interessanti in questo senso è il progetto REVO, a cura di Bobst, che mira a digitalizzare la stampa dei packaging in flexografia, realizzati con rotative dirette.

La stampante utilizzata nel progetto è una REVO 7-color Extented Color Gamut (EGC). La macchina usa 3 colori di inchiostro (arancione, verde e viola) in aggiunta ai convenzionali ciano, magenta, giallo e nero. La stampante assicura una corrispondenza del 90% con i pantoni programmati, rispetto al 60% delle stampanti tradizionali. Inoltre la maggior parte dei colori può essere generata senza l’utilizzo di tinte piatte, con pochi colori base. Altre tonalità possono essere aggiunte se necessario.

La stampante assicura una corrispondenza del 90% con i rispettivi pantoni, rispetto al 60% delle stampanti tradizionali.

In generale sono i processi di digitalizzazione a rendere possibile una nuova conformità dei colori. Con il sistema DigiColor, ad esempio, le aziende possono visionare in digitale una “preview” dei colori presenti sull’output finale. La novità sta nel grado di affidabilità dell’anteprima: il software genera un “gemello digitale” del tutto identico al risultato finale di stampa. Con questa innovazione i brand potranno confermare la corrispondenza dei colori sugli imballaggi in tutto il mondo, indipendentemente dalla posizione geografica o dalle capacità degli operatori.

La gestione digitale dei colori segna un ulteriore passo in avanti nel percorso di automatizzazione dei processi di stampa. Pressione, registrazione e colorazione sono adesso gestite da sensori digitali, che rendono l’esecuzione sempre più precisa e affidabile. È un cambiamento che sta rivoluzionando in profondità molti aspetti dell’industria. A partire proprio dalla nuova consistency dei colori nelle stampe e nel packaging.

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