La seconda vita del packaging: un progetto che trasforma le confezioni terminate in oggetti unici
Confezioni di biscotti, scatole di pasta e di caffè grazie a questa iniziativa trovano un nuovo spazio nella quotidianità di ognuno di noi.
A leggere l’ultimo report di Ismea, il comparto delle uova va fortissimo. Nel 2019 è arrivato a valere soltanto in Italia oltre un miliardo di euro.
La sua forza è riconducibile all’uso che se ne fa in tutte le cucine del mondo. Ma parte del successo è legato ad un protagonista fondamentale e spesso anonimo: la confezione delle uova.
Generalmente le uova si presentano in confezioni da sei o da dieci, nella classica forma a scrigno, con un rivestimento di cartone colorato. Il pezzo forte è la vaschetta che le contiene: una sorta di armatura in cartone riciclabile, elastica e abbastanza resistente da reggere gli urti nel trasporto.
Il pezzo forte è la vaschetta: una sorta di armatura in cartone in grado di reggere gli urti nel trasporto
Nonostante l’aspetto grezzo ed essenziale, il pack tradizionale delle uova vede la luce grazie ad un processo industriale complesso, che parte dalla lavorazione della carta da riciclo e arriva a una serie di stress test specifici.
Spesso però la confezione a scaffale rimane piuttosto standardizzata, laddove il fattore tecnologico garantisce solidità ed affidabilità. Eppure negli ultimi anni il confezionamento si sta aprendo a nuove sperimentazioni, con molte idee di produttori, creativi e dei designer.
Cowberry Crossing Farm è una piccola impresa di Claverack (NY) specializzata nella produzione di prodotti biologici e organici a chilometro zero. Per distribuire e differenziare le loro uova d’anatra, la designer Michelle Chin ha scelto una soluzione componibile ma solida, in cartone riciclato, caratterizzata da un’impugnatura ispirata ai sistemi di trasporto del latte.
È un design originale che ricorre a materiali innovativi, ma che si rifà alla forma classica nel lasciare “scoperto” il prodotto, per evidenziare la genuinità del prodotto. Si tratta di un’idea molto diffusa tra i pack alternativi, quasi sempre ispirati a soluzioni pratiche di trasporto e adatte alla distribuzione nella GDO.
Altri trend sovvertono però completamente il paradigma. Il designer indiano Mohsen Darvish ha progettato e realizzato una confezione ispirata alla natura e ad una modalità alternativa di trasporto. Il packaging è realizzato a partire da un unico foglio di cartone pieghevole, una soluzione ben lontana dalla solidità delle vaschette di cartone riciclabile.
Questo genere di design si allontana dai condizionamenti della grande distribuzione, per puntare principalmente sui gusti unconventional di una categoria di consumatori giovani, attratti da forme originali esposte sugli scaffali o sui siti di e-commerce.
Il designer greco George Bosnas ha ideato un packaging delle uova completamente biodegradabile, che supera il confezionamento tradizionale in modo radicale. Si chiama BioEggs: è un cofanetto leggero e adatto a sopportare gli urti, realizzato con una pasta composta di polpa di carta, farina, amido e semi di leguminose. Una volta esaurito, lo si può piantare in un vaso e aspettare poche settimane per veder nascere germogli.
Al di là della forma, dei colori e dei materiali, oggi il confezionamento delle uova appassiona aziende e designer. Ogni strada prende in considerazione vincoli e trend, moda e aspirazioni sociali. Un altro settore in cui si annunciano importanti sperimentazioni in area packaging.
Confezioni di biscotti, scatole di pasta e di caffè grazie a questa iniziativa trovano un nuovo spazio nella quotidianità di ognuno di noi.
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L’iniziativa dedicata agli oltre 9 italiani su 10 che si dedicano alla lettura delle informazioni nutrizionali sui prodotti alimentari .
Nata 2000 anni fa in Cina, ha cambiato per sempre il mondo della scrittura, della cultura e delle idee. E anche quello del packaging.