I packaging dell’antico Egitto
Scatole di legno, cesti di papiro e anfore di terracotta. Impressionano ancora oggi per la loro funzionalità e per la grande attenzione ai dettagli.
Nell’immaginario comune il succo di frutta è imprescindibile dalla sua confezione più nota, cioè il brick di Tetrapak inventato all’inizio degli anni Sessanta.
Questo pack di cartone a forma di mattoncino fu inventato da Ruben Rausing per trasportare in maniera più sicura il latte. L’idea si rivelò talmente vincente da convincere molte aziende che commercializzavano succhi di frutta ad adottarlo.
Così, già a metà degli anni Ottanta, i succhi in scatola costituivano il 20% del mercato delle bevande negli Stati Uniti.
Il design rettangolare li rende pratici da trasportare; inoltre i materiali di cui sono composti (diversi strati di carta, polietilene e alluminio) vengono adeguatamente compressi fino a ricreare un unico foglio che, ripiegato, garantisce il giusto mix di elasticità, impermeabilità e sicurezza.
Sono talmente versatili da adattarsi a diverse tipologie di apertura (tramite tappo a vite, linguetta o cannuccia) e possono essere sottoposte a un rivoluzionario processo di sterilizzazione flash.
Il design rettangolare li rende facili da trasportare
I brick però non sono soltanto contenitori rassicuranti, asettici ed economici. Molti designer e aziende hanno deciso di trasformare il Tetrapak in un banco di prova per idee creative.
I succhi di frutta Juicy Juice sono naturali al 100% e disponibili in diversi formati. Sono pensati per tutta la famiglia, ma data la poca quantità di zucchero presente nei loro prodotti facevano poca breccia nel cuore dei più piccoli. Per questo motivo il designer americano Preston Grubbs ha ripensato il classico brick, realizzando un formato modulare composto da otto spicchi di arancia che rendono la confezione più cool e resistente.
Jessica Deseo, docente all’ArtCenter College of Design di Pasadena in California, è anche una delle menti creative dietro DieLine e Print Magazine. A gennaio dello scorso anno ha presentato il progetto di una linea di cartoni per succo di frutta ispirata al Nintendo GAME BOY, che esalta le forme squadrate e solide delle classiche confezioni, creando delle vere e proprie console da bere.
Il formato classico dei succhi ha stimolato anche la creatività di Mats Ottdal, designer e illustratore norvegese specializzato in branding e packaging design.
I suoi Birdy Juice sono diventati virali per la vivacità dei colori e la simpatia dei personaggi, realizzati con tanto di ali e zampe, utilizzando diverse possibilità di piegatura del cartone. Un’idea che va oltre la funzionalità del packaging, e trasforma l’involucro in un giocattolo.
Nel 2004 il designer giapponese Naoko Fukasawa ha sfruttato al massimo il potenziale delle superfici squadrate delle confezioni introducendo pattern in rilievo della frutta alla maniera dei sampuru (riproduzioni perfette del cibo normalmente esposte nei ristoranti giapponesi).
Conosciute come Juice Skin, queste confezioni sono state le protagoniste della mostra Haptic del 2004 per poi diventare il packaging del succo di banana TaKaRa.
Scatole di legno, cesti di papiro e anfore di terracotta. Impressionano ancora oggi per la loro funzionalità e per la grande attenzione ai dettagli.
Soprattutto per confezionare i suoi prodotti tecnologici. Per questo investe in ricerche e innovazioni, di cui l’azienda ha parlato in una recente guida online.
Quelle realizzate in cartone da un campione di surf americano, ad esempio. O quelle a nido d’ape di due gemelli della Cornovaglia.
Ce ne sono pochi nelle case, ma sono ovunque in molti settori del mercato, soprattutto nel campo degli alimenti freschi.