Il sondaggio sugli italiani e il packaging

Cosa dice l’ultima ricerca Nomisma. Sogniamo una svolta green, ma non vogliamo pagarla

20 Febbraio 2020

L’Osservatorio Packaging del Largo Consumo, attivato dalla società di consulenza Nomisma, ha presentato un rapporto sul ruolo e la percezione del packaging in Italia, di cui si sta parlando molto tra gli addetti ai lavori. La ricerca è stata realizzata in vista del Forum Internazionale “Packaging speaks green”, organizzato da Ucima e Fondazione Fico.

Il dato centrale che emerge è soprattutto uno: gli italiani dedicano un’attenzione crescente ai packaging dei prodotti, e chiedono alle imprese un impegno maggiore per garantire una svolta ecologica. A confermarlo diversi numeri:

– l’impatto sull’ambiente delle confezioni influenza il 43% degli italiani nella scelta degli acquisti alimentari (anche di più, il 46%, nella scelta di prodotti per la persona).

– circa la metà dei consumatori ha smesso di acquistare prodotti che presentano un eccesso di imballaggi.

– per il 36% degli intervistati la sostenibilità di prodotto e pack rappresenta la prima motivazione d’acquisto.

– il 20% del campione ha ridotto l’acquisto di scatole in plastica e aumentato l’acquisto di prodotti sfusi.

– il 47% ha dichiarato di preferire la carta a qualsiasi altro materiale utilizzato per le confezioni.

– la plastica è stata indicata come materiale da packaging solo dal 4% degli intervistati.

Gli italiani dedicano un’attenzione crescente ai packaging dei prodotti che acquistano

Eppure, nonostante i consumatori si professino sostenitori di una svolta green, la maggior parte sembra non voler accettare un aumento dei costi legati ai nuovi materiali.
Nel sondaggio il 41% degli intervistati ha ammesso di non essere disposto a pagare di più per confezioni ecologiche, con un ulteriore 26% che dichiara una disponibilità molto bassa a sostenere un rincaro.

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Il 41% degli intervistati ha dichiarato di non essere disposto a pagare di più per confezioni ecologiche

Ad oggi i consumatori si aspettano ancora dunque che sia l’industria (i produttori, i brand, i retailers) ad assorbire l’aumento dei costi di produzione, senza che questo ricada sul nostro conto della spesa.
Cos’altro si aspettano gli italiani dalle confezioni secondo il sondaggio Nomisma:

– che siano biologiche (42%) 

– che siano fatte con materiali riciclati o a basso impatto ambientale (37%)

– che derivino da un processo produttivo con fonti rinnovabili (31%)

– che richiedano un basso consumo di energia/acqua (18%)

– che garantiscano il giusto reddito a chi lo produce (24%)

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