Che invenzione, la carta
Nata 2000 anni fa in Cina, ha cambiato per sempre il mondo della scrittura, della cultura e delle idee. E anche quello del packaging.
L’Osservatorio Packaging del Largo Consumo, attivato dalla società di consulenza Nomisma, ha presentato un rapporto sul ruolo e la percezione del packaging in Italia, di cui si sta parlando molto tra gli addetti ai lavori. La ricerca è stata realizzata in vista del Forum Internazionale “Packaging speaks green”, organizzato da Ucima e Fondazione Fico.
Il dato centrale che emerge è soprattutto uno: gli italiani dedicano un’attenzione crescente ai packaging dei prodotti, e chiedono alle imprese un impegno maggiore per garantire una svolta ecologica. A confermarlo diversi numeri:
– l’impatto sull’ambiente delle confezioni influenza il 43% degli italiani nella scelta degli acquisti alimentari (anche di più, il 46%, nella scelta di prodotti per la persona).
– circa la metà dei consumatori ha smesso di acquistare prodotti che presentano un eccesso di imballaggi.
– per il 36% degli intervistati la sostenibilità di prodotto e pack rappresenta la prima motivazione d’acquisto.
– il 20% del campione ha ridotto l’acquisto di scatole in plastica e aumentato l’acquisto di prodotti sfusi.
– il 47% ha dichiarato di preferire la carta a qualsiasi altro materiale utilizzato per le confezioni.
– la plastica è stata indicata come materiale da packaging solo dal 4% degli intervistati.
Gli italiani dedicano un’attenzione crescente ai packaging dei prodotti che acquistano
Eppure, nonostante i consumatori si professino sostenitori di una svolta green, la maggior parte sembra non voler accettare un aumento dei costi legati ai nuovi materiali.
Nel sondaggio il 41% degli intervistati ha ammesso di non essere disposto a pagare di più per confezioni ecologiche, con un ulteriore 26% che dichiara una disponibilità molto bassa a sostenere un rincaro.
Il 41% degli intervistati ha dichiarato di non essere disposto a pagare di più per confezioni ecologiche
Ad oggi i consumatori si aspettano ancora dunque che sia l’industria (i produttori, i brand, i retailers) ad assorbire l’aumento dei costi di produzione, senza che questo ricada sul nostro conto della spesa.
Cos’altro si aspettano gli italiani dalle confezioni secondo il sondaggio Nomisma:
– che siano biologiche (42%)
– che siano fatte con materiali riciclati o a basso impatto ambientale (37%)
– che derivino da un processo produttivo con fonti rinnovabili (31%)
– che richiedano un basso consumo di energia/acqua (18%)
– che garantiscano il giusto reddito a chi lo produce (24%)
Nata 2000 anni fa in Cina, ha cambiato per sempre il mondo della scrittura, della cultura e delle idee. E anche quello del packaging.
Scatole di legno, cesti di papiro e anfore di terracotta. Impressionano ancora oggi per la loro funzionalità e per la grande attenzione ai dettagli.
Soprattutto per confezionare i suoi prodotti tecnologici. Per questo investe in ricerche e innovazioni, di cui l’azienda ha parlato in una recente guida online.
Quelle realizzate in cartone da un campione di surf americano, ad esempio. O quelle a nido d’ape di due gemelli della Cornovaglia.