C’è un paese che va matto per i QR code sulle scatole
La Cina, soprattutto. Ma l’interesse cresce anche in Europa e Sud America, rivela un nuovo sondaggio
6 Dicembre 2019
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SIG, società specializzata in packaging con sede in Svizzera, ha chiesto ai consumatori in Brasile, Europa e Cina come utilizzano i codici QR sulle confezioni. Si tratta di codici applicati ai packaging e leggibili tramite smartphone, che una volta scansionati offrono informazioni sui prodotti all’interno.
I codici univoci rappresentano una tecnologia in rapida evoluzione, che sta cambiando la funzione e la concezione stessa dei packaging. Le applicazioni registrano l’intera storia del prodotto, dalla produzione ai controlli di qualità, fino agli scaffali del supermercato. I QR code sintetizzano questi dati trasformandoli in informazioni disponibili per i consumatori. Un sistema che segna un ulteriore passo avanti nella trasformazione delle confezioni in “contenuto” di marca.
Una tecnologia in rapida evoluzione, che sta cambiando la funzione e la concezione stessa dei packaging.
Dal sondaggio emerge che la Cina registra oggi il più alto livello di diffusione e utilizzo dei codici, con percentuali nettamente superiori agli altri Paesi. SIG ha chiesto ai consumatori la frequenza con cui scansionano i codici sui prodotti acquistati. In Brasile ed Europa, i tassi di utilizzo sono simili: circa l’8% degli intervistati consulta i codici più volte a settimana. In Cina questa cifra sale al 50%.
SIG ha scoperto che in Brasile ed Europa i consumatori sono particolarmente interessati alle date di produzione e di scadenza, poiché desiderano conoscere il percorso e la qualità di un prodotto. In Cina le attenzioni si concentrano invece sull’autenticità del prodotto: il 94% dei consumatori utilizza il QR code per accertarsi che il prodotto sia in qualche modo “originale”.
In tutti i mercati i regali gratuiti istantanei e i cashback sono visti come il trigger più importante per la scansione di un codice QR. In Cina la scansione dei codici per un guadagno economico è già una pratica consolidata. Il 65% dei consumatori ritiene che sia uno dei motivi più importante per la scansione, insieme all’assistenza allo shopping, alle informazioni e all’intrattenimento.
In Brasile ed Europa, l’8% degli intervistati consulta i codici più volte a settimana. In Cina questa cifra sale al 50%.
La diffusione di packaging “connessi” agli smartphone in Europa e America è stata fin qui rallentata dalla mancanza di contenuti efficaci e dalla necessità di scaricare diverse app per accedere ai contenuti. Oggi però un sistema di codifica unica, il cosiddetto NFC (Near Frequency Communication), sta iniziando a cambiare le cose. Quando Apple ha introdotto il supporto per il proprio framework NFC, i marchi hanno iniziato ad accorgersene. Ora sono sempre più disposti ad adattare al sistema NFC i propri codici.
Il framework NFC è applicato anche ai pagamenti digitali Apple Pay
Eppure potrebbe non bastare. Per raggiungere gli alti livelli di coinvolgimento della Cina, i marchi occidentali dovranno fornire più informazioni e contenuti sempre più avvincenti. I consumatori ricercano assistenza e opzioni di acquisto avanzate, e i codici QR offrono uno spazio ideale per questo tipo di offerta.
Ma per recuperare il ritardo accumulato le aziende di questa parte del mondo dovranno puntare con decisione sui nuovi codici QR, scegliendo un approccio user-oriented. Non dovranno chiedersi “cosa posso fare con questa tecnologia?“, ma guardare alle esigenze del pubblico. La domanda che farà la differenza è “in che modo questa tecnologia migliorerà l’esperienza del consumatore?”.
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