Pet care, self care, brand care

Il design che abbaia ai padroni

10 Ottobre 2025

Cani e gatti non leggono le etichette. Non sanno distinguere un font morbido da un sans serif o un R-PET da una bioplastica compostabile. Eppure, mai come oggi il mondo del pet packaging è diventato uno dei campi più interessanti del design contemporaneo, un territorio dove la stampa digitale, la sostenibilità e il linguaggio visivo si incontrano per parlare a un pubblico molto preciso: gli umani.

Il confine tra prendersi cura del proprio animale e prendersi cura di sé è sempre più sottile.

Linee pulite, colori naturali, superfici soft-touch, carte materiche e palette che sembrano uscite da un brand di skincare. Il messaggio è chiaro: se è buono per te, è buono anche per lui. Dietro queste scelte non c’è solo estetica: c’è una narrazione di valori. Empatia, etica, sostenibile, tutto ciò che i proprietari vogliono vedere riflesso nelle loro scelte quotidiane. In altre parole, il packaging non comunica all’animale, ma riflette l’identità dell’umano che acquista.

Nel mondo pet, il packaging è diventato un mezzo di storytelling visivo e tattile. I brand investono in materiali riciclati, inchiostri a base d’acqua, finiture soft e dettagli emozionali perché la materia stessa comunica cura.
È un linguaggio fatto di texture e sensazioni: un modo per dire “ti capiamo” prima ancora di leggere il testo sull’etichetta. Ferrarelle, con la sua recente acqua per cani Happy₂O, lo dimostra bene. Non è solo un prodotto per animali è un piccolo manifesto di design responsabile, capace di raccontare empatia e sostenibilità a colpo d’occhio.

La nuova acqua funzionale per cani e gatti lanciato di Happy₂O, brand Ferrarelle Società Benefit

Non è un caso se brand come Edgard & Cooper, Lily’s Kitchen o Monge Natural Superpremium hanno abbandonato grafiche gridate e colori saturi per abbracciare illustrazioni delicate, tipografie gentili e storytelling trasparente. Il loro packaging è pensato per essere coerente con i valori della generazione che compra: consapevole, eco-curiosa, sensibile alla forma e alla sostanza. Qui entra in gioco la stampa digitale: consente micro-serie, personalizzazioni, edizioni speciali che trasformano il pack in un vero medium narrativo. Ogni variazione di texture o di colore diventa un segnale emozionale, un modo per avvicinare il consumatore e costruire fiducia attraverso il design.

Il mercato lo conferma

Secondo NielsenIQ, il mercato italiano del pet care e pet food vale oltre 3,6 miliardi di euro (luglio 2025) e continua a crescere. Il report Assalco/Circana parla di 4,2 miliardi di euro a settembre 2025, mentre una ricerca europea mostra che il 69% dei proprietari di animali considera la sostenibilità del packaging un fattore chiave di scelta. Numeri che confermano come il pack non sia più solo contenitore, ma fattore decisionale e identitario.

Dal pack alla cultura del “care”

Nel pet care di oggi, il packaging è cultura materiale. Un linguaggio visivo che traduce in forma e stampa ciò che prima era solo emozione: la cura, la responsabilità, l’amore quotidiano. Parla agli occhi, ma anche alle mani e soprattutto alla coscienza. Il cane non leggerà mai la scritta “bioplastica compostabile”, ma il suo umano sì. E in quel gesto di scelta, tra scaffale e carezza, c’è tutto: design, stampa, sostenibilità e una nuova idea di benessere condiviso.

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