Produciamo troppe bottiglie?

È diventato un problema grosso per l'ambiente. Ora alcune aziende studiano soluzioni

12 Luglio 2021

Il mese scorso un container di plastica da 24.000 litri, detto anche flexitank, che trasportava pinot grigio coltivato biologicamente in Sicilia è arrivato alla Filling Station East, un impianto di confezionamento di vino nel porto di Bayonne, nel New Jersey.

Il vino era indirizzato a Gotham Project, un’azienda specializzata nell’importazione e distribuzione di vino. Il pinot grigio siciliano è stato travasato in un serbatoio di acciaio da 6.400 galloni e successivamente versato in 32.000 bottiglie. Non sono però normali bottiglie: quelle del Gotham Project sono pensate per essere riutilizzate molte volte.

La storia del progetto è stata raccontata dal New York Times, all’interno di un articolo sui cambiamenti nella produzione delle bottiglie di vetro. L’obiettivo dell’azienda è ridurre gli sprechi, abbattere la produzione di carbonio e contrastare il cambiamento climatico. Una sfida ambiziosa ma complicata.

Some shelves with a big variety of wine bottles.

I ricercatori sanno da almeno un decennio che la porzione più grande dell’impatto ambientale di una bottiglia deriva dall’energia utilizzata per fabbricarla. In secondo luogo ci sono le risorse impiegate per trasportarla e distribuirla. Poiché la necessità di ridurre il carbonio è sempre più urgente, alcuni produttori nell’industria del vino hanno iniziato a esaminare alternative per l’imbottigliamento e la spedizione dei loro prodotti.

La scoperta è che alcune delle soluzioni migliori potrebbero essere vecchi metodi di spedizione e imballaggio, scartati da tempo, come la restituzione e il riutilizzato dei contenitori.

L’obiettivo di Gotham Project è ridurre gli sprechi e abbattere la produzione di carbonio

Gotham Project è una delle poche aziende che sperimenta la vendita di vino in bottiglie a rendere. Si tratta di bottiglie robuste, di vetro verde per i rossi e trasparente per bianchi e rosati. Vengono sigillate con tappi di sughero, evitando i tappi di alluminio. Sul vetro è impressa la scritta “Return & Reuse“. Per ora l’azienda sta testando le bottiglie in un piccolo gruppo di ristoranti in New York, Massachusetts e Colorado.

La prima necessità è preservare il gusto del vino“, ha spiegato Bruce Schneider, che ha fondato Gotham nel 2010. “L’altra è ridurre l’impatto ambientale e la produzione di bottiglie. Negli Stati Uniti solo il 30% circa delle bottiglie di vetro viene riciclato. È un problema enorme“. L’azienda ha eliminato più di 5 milioni di bottiglie di vetro monouso dall’anno della sua nascita.

Bruce Schneider, il fondatore di Gotham Project

Le bottiglie riutilizzabili hanno una lunga storia nel settore del vino. Nel corso del ‘900 nelle regioni vinicole gli acquirenti portavano le proprie damigiane in azienda per riempirle da un serbatoio. Poi con il tempo la frugalità ha lasciato il posto alla convenienza, e l’enorme disponibilità di contenitori è diventata un problema per l’ambiente.

Naturalmente il passaggio a bottiglie riutilizzabili non risolve il problema del trasporto e della spedizione. Ed è qui che entrano in gioco sistemi come flexitank. Trasportare grandi quantità di bottiglie ha un impatto enorme. Alcuni produttori stanno cercando ridurre il peso del vetro, utilizzando bottiglie più leggere, ma molte aziende optano ancora per bottiglie da trofeo dispendiose, anche perché i consumatori identificano il vetro più spesso con una qualità superiore.

Con flexitank il vino viene trasportato sfuso, in enormi contenitori di plastica, poi imbottigliato dove sarà venduto. Schneider ha stimato che il vino trasportato in un container con flexitank avrebbe richiesto tre container se il vino fosse stato imbottigliato prima della spedizione.

L’interno di un container flexitank

Nemmeno la spedizione di vini sfusi rappresenta una vera invenzione: fino agli anni ’60 i produttori di Bordeaux spedivano i loro vini in grandi botti in Gran Bretagna. Naturalmente non tutti i vini possono essere imbottigliati al punto di origine. Molte denominazioni, come Rioja o Brunello di Montalcino, richiedono che i vini vengano affinati per un certo periodo in bottiglia prima di essere venduti. Ma molti vini non hanno questi impedimenti.

Molte aziende continuano a usare bottiglie pesanti e dispendiose, perché i consumatori identificano il vetro più spesso con una qualità superiore

Costruire un sistema di bottiglie riutilizzabili non è semplice. Per necessità le bottiglie a rendere devono essere più spesse e più pesanti di quelle destinate all’uso singolo. Devono essere abbastanza robuste da resistere a ripetute igienizzazioni e continue spedizioni.

C’è anche bisogno di etichette facili da rimuovere: per le sue bottiglie riutilizzabili, Gotham Project ha dovuto impiegare una colla solubile piuttosto che i più comuni adesivi sensibili alla pressione, che sono più difficili da rimuovere.

L’idea di bottiglie riutilizzabili rappresenta il tentativo di affrontare un problema globale di rifiuti e consumo di energia. Non è naturalmente l’unica soluzione possibile. Un’azienda in Gran Bretagna sta testando bottiglie piatte e leggere fatte di plastica riciclata. Bacardi e altre aziende stanno testando bottiglie biodegradabili realizzate con materiali vegetali.
Ciò che è chiaro è che l’attuale sistema è diventato insostenibile. Il cambiamento può sembrare difficile e scomodo, ma necessario e probabilmente non prorogabile.

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