Budweiser e la stampa digitale

La multinazionale della birra sperimenta idee speciali per le proprie bottiglie

29 Gennaio 2020

Le bottiglie di birra sono uno strumento di marketing particolarmente efficace. Sono sempre a portata di mano, in un certo senso: quando si beve una birra è quasi impossibile non interagire con la bottiglia, che sia stretta in mano mentre la si gusta o sott’occhio sul tavolo di un locale. 

Il gruppo Budweiser, in particolare, sta sperimentando soluzioni innovative per le etichette dei suoi brand. Per le birre firmate Beck’s è in corso una sperimentazione legata alla stampa digitale direct-to-object (DTO).
Con la Beck’s Artist Series, collaborazione tra il brand e sei artisti emergenti, l’azienda ha applicato la tecnica di stampa ad una produzione in larga scala.

Per le birre firmate Beck’s, in particolare, è in corso una sperimentazione legata alla stampa digitale direct-to-object (DTO).

Il risultato è stato la produzione di 9 bottiglie dal design unico, con tiratura complessiva di 200.000 bottiglie per il mercato inglese. L’aspetto “senza etichetta” è la caratteristica principale del design: l’inchiostro è applicato direttamente sul vetro, con decorazioni che coprono la superficie della bottiglia a 360°.

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Le 9 bottiglie della limited edition Beck’s Artist Series

La stampa digitale sul vetro, inoltre, aggiunge valore all’esperienza tattile legata alla bottiglia: uno speciale inchiostro trasparente esalta la consistenza delle parti in rilievo.

«Con la stampa digitale è possibile personalizzare le etichette e realizzarne piccole quantità in occasione di eventi o location specifiche» ha spiegato Simon Gerdesmann, Digital Object Printing e TAP Site Manager. «Dal design all’arrivo sullo scaffale si risparmiano circa quattro settimane. E le bottiglie si distinguono in modo chiaro rispetto ai competitor». 

«È possibile personalizzare le etichette e realizzarne piccole quantità in occasione di eventi o location specifiche».

Non è la prima volta che Budweiser e stampa digitale si incontrano.
Nel 2018, l’azienda ha usato la stampa direct-to-object per una serie di prodotti realizzati in occasione del festival musicale Tomorrowland. Sono state prodotte 10.000 lattine di Budweiser con 20 diverse bandiere, un’operazione pensata per il pubblico cosmopolita del festival, proveniente da più di 200 Paesi. 

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Una delle lattine Bud realizzate per Tomorrowland

E c’è un altro precedente: in occasione della finale dei mondiali di calcio del 2018, Budweiser aveva fatto trovare negli spogliatoi delle bottiglie personalizzate con i nomi di ciascun giocatore, ghiacciate e pronte da bere.

Per evitare che i raggi UV compromettessero le qualità della birra durante la stampa, le bottiglie erano state stampate da vuote.
In più era stato necessario produrre preventivamente le bottiglie per tutti i team presenti ai Mondiali, visto che non si potevano conoscere in anticipo i nomi delle due finaliste.

Curiosità: quando la Croazia seppe dell’iniziativa di Budweiser, i giocatori chiesero in dono le bottiglie a prescindere dal risultato del torneo. 


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